FARIDA & FAWZIA, IL RIPUDIO INCROCIATO DELLE DUE REGINE
Mentre re Faruk divorziava dalla moglie perché aveva avuto tre femmine, lo scià Reza Pahlavi concedeva la separazione alla sorella del sovrano del Cairo, a patto che abbandonasse la figlia. Dietro la parvenza di occidentalizzazione delle due corti, la tradizione si rivelava ancora saldissima. E feroce
Subito dopo la Seconda guerra mondiale il mondo arabo e persiano e, più ancora, i loro traballanti sovrani, tentarono di occidentalizzarsi a tappe forzate. Veli alle ortiche per le donne, nuove abitudini. Ma ci voleva altro per saltare arretratezze secolari, pure in Paesi di straordinaria tradizione come Egitto e Persia. Scriveva Oggi sul numero 48 del 28 novembre 1948: «Re Faruk ha firmato il giorno 17 novembre il divorzio dalla moglie, regina Farida. Due giorni dopo, un comunicato della real casa egiziana annunciava testualmente: “La volontà di Allah ha disposto che la sacra unione fra la nobile coppia venga annullata. Tale volontà ha spinto i cuori di re Faruk e della regina Farida a desiderare il divorzio per quanto ciò comporti reciproco rammarico”». Si trattava di ripudio. Ovvero di una scelta a senso unico. E poiché all’epoca il politically correct non era previsto, in copertina Oggi celiava: «Allah ha tolto la moglie al re d’Egitto e allo scià di Persia». Perché, contemporaneamente, Fawzia, sorella del re egiziano Faruk, divorziava da Mohamed Reza Pahlavi (il nome è stato scritto in italiano in molti modi diversi). Dal primo matrimonio, celebrato nel 1938, erano nate tre bambine, l’ultima nel 1943. Ovvero, mancava l’erede. Maschio. Colpa, ovvio, di Farida. Ma nel caso di Fawzia, che aveva avuto una figlia, era stata lei a chiedere la separazione e lo scià aveva resistito prima di concedere il divorzio.
Faruk e Farida comparivano anche sulla prima pagina del nostro giornale, il giorno del matrimonio al Cairo, il 20 gennaio 1938: lei vestita di bianco all’occidentale, capelli scoperti e coroncina a reggere il velo. Lui, neanche diciottenne (e sul trono già da due anni) vestito da ufficiale egiziano. Tutti e due poco allegri, ma all’epoca era raro che si sorridesse nelle occasioni ufficiali. All’interno il servizio mostrava Farida impellicciata e con uno strano bavaglino sulla bocca a una sfilata giovanile al Cairo. La didascalia spiegava: «Prima del matrimonio (...) la regina si chiamava Sazi Nai (Safinaz, ndr) ed era figlia di Youseff Zulficar Pascià; il nome di Farida,
che significa “L’unica”, le venne dato dal marito. La regina, sposata a 17, ha oggi 27 anni...».
Ancor più occidentalizzate apparivano le tre sorelle di Faruk, due delle quali, Fawzia e Fatia, erano presenti in un’altra foto, in pantaloni e giacca mentre si recavano a una lezione di pattinaggio, a Saint Moritz, nell’inverno del 1937, durante la loro prima visita in Europa. All’epoca il nostro continente, oppresso dai regimi nazisti e fascisti, stava per precitare nel baratro della guerra. Ma sembrava, appunto un faro: «Tutte le principesse egiziane hanno per iniziale del nome l’augurale lettera “F” (la terza si chiamava Faika, ndr). Le principesse egiziane sono state educate secondo i principi occidentali e parlano quasi tutte le lingue europee». Già fuggita da Teheran, l’11 maggio 1946 Fawzia avrebbe accolto ad Alessandria, assieme al fratello Faruk, Vittorio Emanuele III ed Elena, i sovrani italiani spediti in esilio con la nascita della Repubblica. Oggi non mancava di aggiungere: «Ella sposò nel 1939 Mohamed Reza Pahlevi, quando questi era ancora principe ereditario dell’Iran, e assunse il titolo di imperatrice solo nel 1941, allorché il marito, in seguito alla morte del padre, sali al trono. Fawzia è nota per essere una principessa bellissima ma capricciosa». La sua infelicità era dunque sintetizzata così. La corte persiana fu molto “british”: «Due anni e mezzo or sono la principessa Fawzia, su consiglio dei suoi medici, fu costretta a ritornare nel suo Paese per un periodo di cura. Avendo i dottori riscontrato che il clima di Teheran non si confaceva alla sua salute, è stato convenuto, secondo i principi islamici, che essa divorziasse dallo scià suo marito. Il divorzio non influenzerà le relazioni tra Egitto e Iran». Il prezzo fu che lasciasse la figlia, Shahnaz col padre.