Dario Vergassola balla coi lupi. Ma sono vegani
Prima la drammaturgia di un musical per ragazzi e ora un libro: lo scrittore ligure dà la sua versione delle favole in veste di nonno (lo è anche nella vita). I bambini cattivi? Non esistono. Le streghe? Si fanno i selfie
Si proclama “ex-nonno” terrorizzato («Già ero un genitore terrorizzato e poi si scopre che le cose comunque vanno»), ma è evidente che Dario Vergassola - comico, cantautore, scrittore e protagonista di interviste sulfuree per Only Fun (con Elettra Lamborghini, riprenderanno sul Nove) - con i bambini si diverte. Anche per questo ha accettato prima di fare la drammaturgia di un musical di Manuel Renga, I malefici (in tournée fino al prossimo 7 aprile, fondazioneaida.it). Poi di riprendere l’idea per un libro appena uscito da Baldini + Castoldi, che si intitola appunto I malefici ovvero La casa delle storie strampalate (lo racconta lui stesso nell’intervista video che potete vedere inquadrando il qrcode qui accanto). Lo ha fatto grazie anche ai disegni di Mattia Simeoni: «Poiché è il compagno della mia figliola, l’ho minacciato di non tenere più i nipoti se si fosse rifiutato: il giorno dopo è arrivato con i disegni». Scherza e si diverte Vergassola, 66 anni e un certo affanno da boomer, anche se, ammette: «Tra una famiglia in cui tutti, al ristorante, tirano fuori i cellulari e quella, che, in attesa del cameriere, estrae foglio e matite e tenta di intrattenere i bambini, assumo subito la seconda». Perché, tra un lupo di Cappuccetto Rosso vegano e una strega malata di selfie, questa è anche la tesi del libro-favola: «I bambini cattivi non esistono. Ma bisogna star loro dietro. E soprattutto, lo dico da depresso e ansioso cronico, bisogna incoraggiarli a raccontare le loro difficoltà: già parlarne fa star meglio». A lui fa star meglio anche scrivere, soprattutto della sua Liguria: a marzo esce una guida della regione per Mondadori, che è «piena di balle». «Dopo aver scoperto che una serie di paesini si attribuivano gli stessi eventi, ho deciso di lavorarci su: per esempio stabilendo che a Picasso, senz’altro di origini liguri, è venuta qui l’idea del cubismo».