Oggi

IL FALÒ DELLA DIVINITÀ

Per anni tutto quello che tocca diventa oro. Adesso che ogni cosa traballa, il giornalist­a che per primo ha indagato il fenomeno della ascesa social di Chiara Ferragni le ricorda un antico aneddoto latino

- Di FEDERICO MELLO

ARoma, nei primi anni della Repubblica, quando un generale vittorioso sfilava in trionfo per le vie della città, uno schiavo alle sue spalle gli sussurrava: “Ricordati che sei un uomo”. Prendiamo Chiara Ferragni. Da più di un decennio aveva ai suoi piedi la stampa, i follower, le aziende: tutto quello che toccava diventava oro, la galleria degli Uffizi di Firenze l’aveva incoronata come “una divinità contempora­nea”. Adesso ogni cosa traballa e ci si chiede se il suo impero scintillan­te sopravvive­rà allo scandalo del pandoro e delle uova di Pasqua. Per lei non deve essere facile questo momento: si sta scomodi nelle stalle quando si è abituati alle stelle. E sotto una buona stella, in effetti, Chiara Ferragni aveva sempre vissuto: 36 anni fa a Cremona era nata con la camicia (griffata). La sua è una famiglia benestante, il padre è dentista, la mamma lavora nella moda. I social ancora non esistono, ma come succederà anche all’ultima generazion­e di Ferragni, a Leone e Vittoria, anche Chiara e le sue sorelle, fin da bambine, vengono fotografat­e di continuo dalla loro mamma.

Appena diventa ragazzina, anche per Chiara la fotografia si trasforma in una ossessione: «Stavamo andando a sciare in vacanza», racconterà suo padre, «e si sarà sparata 500 foto in meno di due ore». È una fissazione che esplode in anni di grandi cambiament­i: mentre noi mortali ci iscriviamo ai social, Chiara è già avanti di un milione di foto: le pubblica online prima in un forum per adolescent­i, poi in un sito di outfit, poi nel suo blog, The Blonde Salad, aperto insieme al fidanzato di allora. Fin dai primi

Su Instagram la gente capisce all’istante che devo essere una persona veramente famosa — Chiara Ferragni

scatti, Chiara divide i suoi fan che si chiedono come possa permetters­i centinaia di capi firmati, decine di borse griffate («Devo ringraziar­e la mia famiglia», spiega lei nei suoi post). Dice di essere una fashion blogger, e quando nel gennaio 2010 a Milano arriva la settimana della moda, l’edizione locale del Corriere della Sera le dedica un’intera pagina. Così, in pochi giorni, “Chiara” diventa “Chiara Ferragni”: ospitate in tv, servizi al tg, una sponsorizz­azione per la Fiat, poi altre, a decine, centinaia. Quando poco dopo arriva Instagram, è già famosa: in poco tempo raggiunge un milione di follower, i settimanal­i di moda la mettono in copertina e i follower diventano due. Perfino una delle più importanti università del mondo, Harvard, le dedica uno studio per il corso di Marketing del lusso. Lei spiega così il suo successo: «Persone che non avevano mai sentito parlare di me ora possono digitare il mio nome su Instagram e vedere che ho 3 milioni di follower: così capiscono all’istante che devo essere una persona veramente famosa. Le aziende capiscono il valore di tutto ciò». Di lì a poco conosce Fedez e, nonostante qualche inciampo, insieme diventano ancora più ricchi, ancora più famosi. Ma a lei tutto questo non basta, vuole anche altro, vuole diventare un modello globale, un esempio di imprenditr­ice “femminista” che ce l’ha fatta contro tutto e contro tutti.

DIVISIVA SUSCITA INVIDIE

Commission­a un documentar­io, Chiara Ferragni Unposted, un lunghissim­o spot patinato che segna questa svolta. Alcuni ci credono: per loro Chiara è una ragazza di talento che si è inventata un mestiere nuovo, i suoi guadagni milionari sono la giusta ricompensa, le sue numerose prese di posizione pubbliche dimostrano il suo coraggio. Per gli altri, è esattament­e il contrario. Credono che sotto quella patina rosa e scintillan­te si nasconda un pesante strato di cinismo: pur di fare soldi, dicono, Chiara cavalca i temi del momento, fa beneficien­za solo a favore di fotocamera, arriva ad esporre in modo ossessivo i figli per avere una pioggia di like. In questa diatriba, sono sempre i fan a prevalere, mentre i critici non vengono mai presi sul serio, schiacciat­i sotto il peso di milioni di like, che sembrano confermare: ha ragione lei, voi siete solo invidiosi. Questo vale fino a metà dicembre, quando esplode il Pandoro-gate. Un caso gravissimo, la solidariet­à usata per fatturare milioni di euro: anche i fan si ammutolisc­ono.

Ora tutti si interrogan­o sul futuro. Come potrà l’influencer più famosa d’Italia tornare a vantarsi ancora della sua casa da 5 milioni di euro, delle sue vacanze nei resort esclusivi; a riprendere come se niente fosse il Truman Show di Leo e Vitto; a fare ancora una “storia” sulla parità di genere in mezzo a centinaia di pubblicità? Chi le crederà quando annuncerà la prossima iniziativa benefica? Che poi, a ben guardare, la storia è sempre la stessa da millenni: quando ci si abitua al trionfo, bisognereb­be sempre guardarsi dal delirio di onnipotenz­a. Ci vorrebbe sempre qualcuno che ci sussurra alle spalle: ricordati che sei un essere umano e non una divinità.

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La copertina della nuova edizione di Essere Chiara Ferragni
di Federico Mello edito da Aliberti compagnia editoriale.
LUCI E OMBRE DI UN MITO La copertina della nuova edizione di Essere Chiara Ferragni di Federico Mello edito da Aliberti compagnia editoriale.
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A FINE SFILATA? Sopra, Ferragni arriva alla sfilata di Christian Dior alla Paris fashion week il 28 febbraio 2023. Nella pagina accanto a sinistra, Chiara a 14 anni fotografat­a dalla mamma Marina Di Guardo.
A destra, l’immagine del 12 dicembre 2013, data di lancio della collezione di scarpe firmate dall’influencer.
ARRIVATA A FINE SFILATA? Sopra, Ferragni arriva alla sfilata di Christian Dior alla Paris fashion week il 28 febbraio 2023. Nella pagina accanto a sinistra, Chiara a 14 anni fotografat­a dalla mamma Marina Di Guardo. A destra, l’immagine del 12 dicembre 2013, data di lancio della collezione di scarpe firmate dall’influencer.

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