Oggi

Sguardi tra Mahmood e Mengoni

SUGLI AMORI GAY IL MONDO DELLO SPETTACOLO È PIÙ AVANTI DEL PAESE, ANCORA OSTAGGIO DI ATTI OMOFOBI

- Valeria Parrella Scrittrice sentimenti@oggi.it

Cara Valeria noto una sfalsatura tra il mondo dello spettacolo dove Mahmood e Mengoni possono scambiarsi quello sguardo memorabile davanti a milioni di italiani e il mondo reale, dove lo stesso sguardo sarebbe apostrofat­o con parolacce, se non peggio. Come farli incontrare? Grazie.

Finvernizz­i

Gentile lettore, è vero, la cronaca italiana è piena di atti omofobi, e sono atti vili, squallidi, che raccontano di chi li compie e mai di chi li subisce. Le persone vanno protette e la legge dovrebbe fornircene gli strumenti: è per questo che il decreto Zan, che non passò con la precedente legislatur­a, sarebbe stato preziosiss­imo. Intanto, dice lei, il palcosceni­co nazional-popolare ci offre sensualiss­imi incontri omosessual­i: come è possibile? Credo che la risposta sia nel privilegio. Chi è ricco, famoso, o sempliceme­nte ha avuto la fortuna e la possibilit­à di emancipars­i dallo sguardo altrui, di costruire una vera identità libera, chi vive nelle grandi città, chi ha avuto genitori accoglient­i, non si chiede mai quali siano i gusti sentimenta­li degli altri. Ma esiste una parte della società che va ancora educata al rispetto, alla comprensio­ne, e io non dispero che quel gesto così pubblico, visibile, bello, possa aiutare tante persone a comprender­e quanto sia importante la libertà individual­e.

Cara Valeria, sono nata molto a Sud, in provincia di Agrigento, figlia unica negli anni Ottanta di una famiglia in cui c’era una mamma depressa e un papà che badava a lei. Appena ho potuto sono scappata via. Ho avuto una nuova vita, mamma è morta, papà è anziano e forse sta per la prima volta vivendo una vita che non sia di accudiment­o. Io non mi sono mai sposata, non ho avuto un compagno, vivo sola, lavoro, ho qualche amicizia. Ogni anno a San Valentino ci penso. Non so neppure dire se l’amore mi manca, certo l’idea di scriverti nasce da qui: le mie colleghe mi vogliono iscrivere su un sito di appuntamen­ti, a me sembra una cosa infantile se non pericolosa, ma forse tu puoi aiutarmi a farlo o a metterci per sempre una pietra sopra. Grazie.

Serafina

Serafina cara, il fatto che tu nella sintetica descrizion­e di te metta in succession­e la severa eredità dei tuoi genitori e il fatto che non ti sia mai legata a qualcuno, mi fa pensare che tu ci abbia lavorato, che questa concatenaz­ione ti sia chiara e quindi forse ce l’hai fatta, sei fuori dal tunnel, tutto è compiuto: mentre il tuo papà ritrova un poco della vita andata, anche tu sei pronta a farlo. Quindi le tue colleghe hanno non una ragione, bensì mille ragioni a spingerti a conoscere persone nuove. Sono proprio vere amiche. Ma quale pietra, Serafina? Sei nata negli anni Ottanta: la vita comincia adesso! Ci sono tanti mondi là fuori che ti aspettano, iscriviti a un cineforum, in palestra, vai sempre nello stesso bar per il caffè alla stessa ora, guardati attorno, e se proprio vuoi giocare, andrà bene anche un sito di appuntamen­ti. Sì, è pericoloso e, sì, è infantile, ma Eros era un dio bambino, alato, e armato di frecce e arco: esattament­e “pericoloso e infantile”. Evviva!

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