Grazie per i sorrisi, l’ironia e le «Lezioni d’amore»
Il sorriso dolcissimo. Le battute acidissime. E tanta ironia, che sapeva usare anche per se stessa: «Le persone intelligenti sono sempre anche rompiballe». Maria Venturi, «la signora dei sentimenti» (come hanno titolato tutti i giornali) se n’è andata a 90 anni, martedì 20 febbraio, nel suo appartamento a due passi da Piazza della Loggia, a Brescia. Con lei, le figlie gemelle e Andrea, il marito geologo di tre anni più giovane, «l’uomo per cui ho saputo lottare», amatissimo eppure «ci siamo separati almeno trenta volte». Se Maria sapeva sintonizzarsi su ambizioni e palpitazioni di generazioni di donne, se come pochi riusciva a capire e spiegare le dinamiche e i problemi di coppia («sempre gli stessi: gelosia, possesso, paura di perdersi. Cambia solo l’habitat, il modo di viverli, i codici»), è per il suo vissuto di donna passionale e «sempre inquieta» e per una personalissima biografia.
Incoraggiata giovanissima alla scrittura da
Italo Calvino, avviata al giornalismo da Enzo Biagi, valorizzata come direttore da Paolo Occhipinti e, negli anni Ottanta, spinta alla narrativa da Oreste Del Buono, Maria si era così allenata nella palestra degli umani sentimenti da coglierne le sfumature oltre i cliché. Il suo bagaglio di inviata nell’epoca d’oro dei rotocalchi popolari, di direttrice di Novella 2000 e Annabella (poi Anna), di prolifica romanziera (una trentina di titoli), di ideatrice e sceneggiatrice di fiction acchiappa-audience (Incantesimo, Orgoglio, Butta la luna), finiva tutto nella sua originalissima Posta del cuore. Le sue «Lezioni d’amore», come ben sanno i fedeli di Oggi, per 11 anni sono state un dialogo sincero e affettuoso con lettrici e anche lettori in cerca di un consiglio. Mai perfidamente feroce, come sapeva esserlo la sua predecessora Susanna Agnelli, ma neppure mai accondiscendente. E sempre al passo coi tempi, altro che 90 anni! Ciao Maria, e grazie.