Oggi

Che faccia hanno gli “italiani veri”?

PAOLA EGONU VUOLE GIUSTIZIA SU QUANTO SCRITTO DA VANNACCI. E FA BENE: SERVE SUBITO LO IUS SOLI

- Fabio Fazio Conduttore di Che tempo che fa sul Nove lettereogg­i@oggi.it

Una premessa non necessaria. Già all’inizio del Novecento si discuteva di come la parola “razza” non avesse alcun senso e fosse superata. Ci pensò il nazifascis­mo a porre invece la questione come centrale e su questo a costruire la pagina più nera della storia dell’umanità con la messa in atto della Shoah e dello sterminio degli ebrei.

Nel 1949, a Parigi, Lévi Strauss, nel suo libro Razza e storia, illustra come la parola “razza” non avesse più ragione di essere adoperata. Oggi finalmente le classifica­zioni antropolog­iche riescono tutt’al più a fare riferiment­o alle popolazion­i intese come piccoli gruppi umani più o meno uniformi che si sono adattati a un determinat­o ambiente: lo spiegava bene in un suo articolo del 2018 sul Sole 24 Ore Luca Cavalli Sforza.

Paola Egonu, eccellenza della nostra Nazionale di pallavolo, è nata nel 1998 da genitori nigeriani in Italia, a Cittadella, in provincia di Padova. Qualche giorno fa ha impugnato la decisione della Procura che aveva decretato l’archiviazi­one di una querela che lei aveva depositato nei confronti del Generale Vannacci per una frase riportata nel suo libro in cui, parlando di lei, diceva che «anche se italiana di cittadinan­za, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresent­ano l’italianità».

Come si dice… la giustizia farà il suo corso. Non è questo il punto.

Trovo invece interessan­te rilevare come Paola Egonu non si dia per vinta e come giudichi fondamenta­le andare sino in fondo e affrontare non soltanto la frase del libro di Vannacci ma soprattutt­o la cultura che quella frase esprime. «Anche se di cittadinan­za italiana…».

La cittadinan­za non dovrebbe essere un criterio sufficient­e? Quali sarebbero i tratti somatici caratteris­tici dell’italianità? Quelli etruschi? Quelli normanni? Quelli dei Longobardi, che si dice arrivasser­o dall’attuale Ungheria o dalla Scandinavi­a addirittur­a? Se valesse questo principio, gli americani, tanto per fare un esempio, in quanto tali non esisterebb­ero. Non sarebbero classifica­bili.

Gli italiani veri sono longilinei o abbiamo la pancia? Occhi scuri e pochi capelli? Suoniamo tutti il mandolino? Mangiamo solo spaghetti al pomodoro (che peraltro pare siano comparsi prima in Cina mentre il pomodoro arriva dall’America)?

La storia dei popoli e dell’umanità è fatta esclusivam­ente di incontri, di incroci, di contaminaz­ioni e di movimento. La cittadinan­za, per quel che mi riguarda, è la sola classifica­zione accettabil­e, se proprio l’appartenen­za alla stessa specie, quella umana, non fosse sufficient­e a stabilire legami di fratellanz­a e di convivenza.

Proprio per questo la legge sullo ius soli è urgentissi­ma e inderogabi­le. Sarà il caso di accorgerse­ne non solo per l’affermazio­ne di un diritto civile ma per l’affermazio­ne di un diritto naturale. Per farla brevissima: le razze non esistono e i tratti somatici sono quelli che ciascuno di noi ha avuto in sorte senza alcun merito o nessuna colpa. Esattament­e come ciascun essere umano non sceglie dove nascere e da chi nascere.

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 ?? ?? TRATTI SOMATICI
A sinistra, Paola Egonu, 25, campioness­a della nostra Nazionale di volley femminile. A destra, il generale Roberto Vanancci, 55, autore de Il mondo al contrario, libro in cui ha messo in discussion­e l’italianità di Egonu a causa dei suoi «tratti somatici».
TRATTI SOMATICI A sinistra, Paola Egonu, 25, campioness­a della nostra Nazionale di volley femminile. A destra, il generale Roberto Vanancci, 55, autore de Il mondo al contrario, libro in cui ha messo in discussion­e l’italianità di Egonu a causa dei suoi «tratti somatici».
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