Oggi

Direi grazie a quello psicologo

UN LETTORE RACCONTA IL SUO RITORNO ALL’AMORE E ALLA VITA. MA PRIMA C’È STATA UNA TERAPIA. ILLUMINANT­E

- Valeria Parrella Scrittrice sentimenti@oggi.it

Dopo un periodo di insoddisfa­zione del quale non riuscivo a darmi spiegazion­i, troppo lungo però, sono andato in terapia. Volevo combattere a tutti i costi la tristezza che, durante le terapie, ha preso varie forme: non ho finito di pagare il mutuo e già la casa si è fatta piccola, non ho avuto avanzament­i di carriera e intanto uno più giovane di me sia di età che di anzianità lavorativa lo ha avuto, eccetera eccetera. Niente di grave. A un certo punto il terapista mi ha piano piano lasciato, circa un anno e mezzo fa. E poi è successo, l’ho incontrata al bistrot che frequentia­mo tutti in pausa pranzo, abbiamo diviso il tavolo, nell’ora di punta succede, poi ci siamo rivisti altre volte, e la vita ha riacquista­to senso, valore, bellezza. Una sola parola: felice. Lo scrivo a lei perché non lo posso dire a nessuno, siamo entrambi già sposati.

Stefano

Stefano, mi faccia essere mistica: se lei non avesse fatto terapia non l’avrebbe incontrata, se non avesse scoperto che la casa si è fatta piccola, che rosica sul lavoro e che l’insoddisfa­zione andava guardata in faccia, lei non sarebbe apparsa. Se non avesse portato a termine tutta la terapia non si sarebbe manco accorto di questa signora che frequenta chissà da quanto il suo stesso bistrot, ed ella idem: non avrebbe avuto davanti un uomo ben disposto. Lei ha fatto tutto quello che poteva, e doveva, e come ha accettato il brutto sia felice di accettare il bello. Il fatto che debba poi dirlo per forza a qualcuno mi ricorda la storia di Re Mida, a cui per volere di Apollo compaiono le orecchie d’asino. Lui le nasconde e ne è a conoscenza solo il barbiere, che ovviamente non può dirlo a nessuno. Così il barbiere scava una buca nella terra, ci urla dentro il segreto e richiude la buca. Ma in estate le canne, cresciute in quel posto, ondeggiand­o al vento, urlano “Re Mida ha le orecchie d’asino”. Lo racconta Ovidio ne Le metamorfos­i.

Cara Valeria, la tua rubrica è una casa per le emozioni e i sentimenti. Le cose belle sono più speciali se si condividon­o. Come mamme - siamo sei di più città - abbiamo scritto lettere ai nostri figli volati via. Non usiamo mai la parola scomparsi. Li ritroviamo nella forza, nel coraggio, nel piede che era sul precipizio e che abbiamo tirato indietro. Le nostre lettere sono state raccolte in un libro, che rinasce con la ristampa.

Gaia Simonetti, Firenze

La ristampa, cara Gaia, è una bellissima notizia. Lo è sempre ( te lo dico da scrittrice) e in particolar modo in questo caso perché significa che le vostre storie servono a tantissime persone. Ti abbraccio.

Mi riscrivono anche Gabriella Schiara, (ciao Gabriella!) e la mia amica di penna Carina da Taranto, che mi dice di aver mandato i saluti a me, al Papa e al presidente Sergio Mattarella, e tutti e tre (giusto ma non scontato) le abbiamo risposto. Come direbbe Massimo Troisi “la faccia mia sotto i piedi vostri, e vi potete pure muovere”.

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