Anche l'inquinamento può provocare ipertensione
Professor Veronesi, quali sono le regole per ridurre l’ipertensione arteriosa?
Tra i fattori di rischio, il girovita oltre gli 85 cm per le donne ei100cm per gli uomini
La pressione arteriosa è collegata a diverse malattie cardiovascolari, come l’infarto, per questo è importante tenerla sotto controllo. Si misura in millimetri di mercurio, con uno sfigmomanometro, ed è definita da due valori: la pressione diastolica, o minima, e quella sistolica, o massima. I valori auspicabili variano tra gli 80 mm per la minima e i 120-130 mm per la massima. Non sono costanti: aumentano se facciamo degli sforzi fisici, se ci emozioniamo o se fa freddo (per la vasocostrizione). Scendono quando fa caldo (per la vasodilatazione) e durante il riposo o il sonno. Si parla di ipertensione quando la minima supera i 90-95 mm e la massima i 140-150 mm. Negli uomini, i valori possono aumentare a tutte le età; nelle donne, più spesso dopo la menopausa. Come ci si accorge di essere ipertesi? Mal di testa, nervosismo, stanchezza, ronzii nelle orecchie o il vedere lampi di luce indicano che c’è qualcosa che non va. I fattori di rischio sono: età, fumo di sigaretta, eccesso di peso, girovita oltre gli 85 cm per le donne e i 100 cm per gli uomini, diabete, stress, anamnesi familiare. Ma non solo. È sempre più consistente il ruolo dell’inquinamento (microparticelle, particolato, monossido di carbonio ecc). Uno studio americano, pubblicato su Annals of Internal Medicine, indica che l’inquinamento può favorire il rischio di ipertensione. Ci si protegge viaggiando su mezzi pubblici o in auto con un’adeguata filtrazione dell’aria (in caso contrario, il rischio è maggiore) o indossando la mascherina. Fondamentale è poi seguire una dieta bilanciata e con poco sale (al massimo, 5 grammi al giorno), non fumare, moderare o evitare gli alcolici e il caffè, fare regolare attività fisica aerobica (nuoto, bicicletta, camminata a passo sostenuto, corsa). Se la pressione non scende, il cardiologo indicherà una terapia farmacologica.