Quanto è importante l’affetto verso i pazienti con demenza?
Demi Moore si avvicina e parla con delicatezza all’ex marito Bruce Willis, malato di demenza frontotemporale. Il modo migliore per relazionarsi con chi ha dei deficit che colpiscono soprattutto memoria e linguaggio
Nella foto pubblicata da Demi Moore su Instagram vediamo l’attrice che sfiora delicatamente il braccio dell’ex marito, l’attore Bruce Willis, 69 anni, al quale è stata diagnosticata la demenza frontotemporale. Quando un paziente è affetto da demenza (che sia frontotemporale o, per esempio, malattia di Alzheimer), un semplice gesto come lo sfioramento cutaneo può essere fonte di benessere e di rassicurazione per chi lo riceve. Per molti soggetti la comunicazione verbale diventa sempre più difficoltosa a seconda degli stadi della malattia ed è quindi importante trovare altri modi di comunicare.
Il caregiver, o chi interagisce con un malato con demenza, deve assumere un atteggiamento positivo: avere espressioni del volto serene e non mostrarsi arrabbiato, parlare senza incolpare il paziente per le sue lacune, elogiarlo per gli sforzi fatti e avvicinarsi con un contatto delicato per un ritorno alla gestualità dell’infanzia. Ogni malattia ha le sue peculiarità. Con l’Alzheimer si dimenticano gli eventi avvenuti da poco, ma si ricordano più facilmente quelli del lontano passato: in questo caso si può stimolare il paziente cantando una canzone della sua gioventù. La demenza frontotemporale, invece, può manifestarsi fondamentalmente con disturbi a carico del linguaggio (meno frequente), che riduce la capacità di parlare (afasia, come nel caso di Willis, ndr), ma non, almeno all’inizio, quella di comprendere; o a carico della sfera comportamentale, con azioni impulsive e aggressive spesso erroneamente scambiate per problemi psichiatrici.