Oggi

Sradicarsi o restare in pantofole?

CAMBIARE CITTÀ, ANCHE DOPO I 50 ANNI, PUÒ VALERE LA PENA. PAROLA DI UNA NAPOLETANA STANZIALE

- P. Luigi Valeria Parrella Scrittrice sentimenti@oggi.it

Cambiare città da ragazzo era un obiettivo, tra i 25 e i 50 non ci ho pensato più. Poi all’improvviso la mia azienda mi fa una proposta. Io sono libero, non ho figli, i genitori sono autonomi e comunque resterebbe una sorella vicino. Ma qui ho il tennis, l’enoteca a cui dico “il solito”, i medici amici quando mi vengono gli attacchi di ipocondria. L’hanno chiesto a me perché non ho legami, pare. Invece ce li ho. Ho tre settimane di tempo per rispondere: ho chiesto consiglio solo a lei e a Susan: il mio labrador.

Non mi dice della risposta del labrador, che immagino sia positiva. Invece alla sorella chiederei, perché d’accordo che i genitori sono autonomi, ma poi se c’è da correre, chiamare l’idraulico, sbloccare il bancomat, parlare con l’amministra­tore di condominio, sarà sua sorella a farlo. Per il resto mi sembra di capire che tra i 25 e i 50 lei ha smesso il desiderio dell’ignoto, si è radicato, è divenuto un abitudinar­io, e si sente anche scelto dalla ditta non per abilità ma per convenienz­a. Se ho interpreta­to bene, le direi che, se la destinazio­ne è un bel posto e la paga o la carriera ne possono beneficiar­e, io un giro fuori me lo concederei. Però faccia la tara: glielo sta scrivendo una persona che non si è mai mossa da Napoli e alle nove di sera sta già in camicia da notte e pantofole.

Sia pure in ritardo, vorrei fare gli auguri a lei e a tutta la redazione della Posta dei Sentimenti. Servono, credo, in un periodo così duro. Le dirò: ho capito che coltivare l’amore è anche una risposta all’orrore e alla guerra. Sono orgoglioso di questo amore. Mi sta migliorand­o; soffro, ma in un certo senso mi elevo. Lei mi fa essere migliore. Vorrei essere migliore per lei. Se può faccia il tifo per me o, meglio, per l’amore. Grazie dottoressa Parrella.

Luigi mi aveva già scritto, lo ricorderet­e: era il giovane docente innamorato di una donna famosa. Gli avevo chiesto di aggiornarc­i e così ha fatto. Ho abbreviato di tanto la sua lunghissim­a lettera sperando di lasciarvi però l’entusiasmo che la motiva. E che motiva ovvero move tantissime cose (dice Dante, perfino il Sole e l’altre stelle). Dante si riferisce all’amor divino, ma divino mi pare anche questo senso di cui il nostro giovane amico Luigi ha intriso il suo corteggiam­ento: dice che amare è la risposta al dolore del mondo. E davvero dantesca è anche l’aspirazion­e personale: lì Beatrice accompagna­va infatti il povero vate nelle sfere celesti perché «lei mi fa essere migliore». Insomma, è appena passata la Pasqua, e questi sono stati i migliori auguri che abbia incassato (e con me la redazione, che ringrazia). Quanto al tifo, sono sicura che, con me, a tenere lo striscione ci sono tanti, tanti lettori. Un abbraccio.

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