C’è chi aiuta a domicilio i non autosufficienti
In attesa del Bonus assistenza anziani (parte nel 2025), ecco le principali alternative di sostegno pubblico attive in Italia
Il Bonus assistenza anziani, contributo di 850 euro mensili per gli over 80 non autosufficienti e in situazioni di disagio, partirà dal 2025. Nell’attesa, ci sono altre formule di sostegno alle famiglie che si dedicano alla cura di parenti non autosufficienti, anziani e non. Eccole, con un’avvertenza: Regioni e Comuni possono prevedere altri aiuti, quindi è sempre bene chiedere consiglio al medico di famiglia o visitare il sito delle amministrazioni.
Assistenza domiciliare programmata prevede prestazioni mediche, infermieristiche e/o riabilitative dedicate a chi, per una situazione transitoria, non può muoversi per sottoporsi a
visite, cure ed esami.
Assistenza domiciliare integrata (Adi) è il servizio di sostegno erogato dal Servizio sanitario nazionale e rivolto ai malati gravi, persone con disabilità, non autosufficienti permanenti o da infortunio, soggetti con malattie invalidanti, degenerative o terminali. Prevede prelievi, flebo, visite specialistiche ed esami strumentali a domicilio, riabilitazioni, somministrazione di farmaci, nutrizione parenterale.
Rsa aperta: attivo in Lombardia, Liguria, Piemonte e Veneto, è un programma alternativo al ricovero degli over 75 non autosufficienti con un’invalidità civile al 100%. Prevede cure a domicilio con interventi infermieristici, assistenza, attività motoria, fisioterapia, supporto dei caregiver.
L’infermiere di famiglia o di comunità. In alcune Regioni c’è una figura professionale che si prende cura dei malati cronici e di chi li circonda, dando informazioni e supporto, monitorando a domicilio o negli ambulatori l’andamento della patologia.