CHE COSA HANNO SCRITTO
L’accordo sul nucleare rappresenta il coronamento del sogno americano di portare il Subcontinente dalla propria parte, scrive il Global Times cinese: «Washington vuole utlizzare l’India come braccio destro per controbilanciare la crescita cinese», e si prepara a sostenerne l’ingresso nel Nuclear suppliers group, in una riunione plenaria che si terrà dal 18 al 22 giugno a Seattle. A favorire l’entrata dell’India nel Missile technology control regime è stata anche l’Italia, che, su pressione americane, come ricorda Foreign Policy, e dopo la restituzione del marò Salvatore Girone, ha tolto il proprio embargo all’arrivo indiano nel «club del nucleare».
Per il New York Times, il massacro di Tel Aviv ha rinsaldato l’unità nazionale tra gli israeliani. Il giorno dopo, il nuovo ministro della difesa Avigdor Liebermann, membro del partito ultranazionalista Yisrael Beiteinu, ha condiviso lo stesso tavolo con Shelly Yacimovich, rappresentante del partito laburista nella sinistra parlamentare. I partiti israeliani potrebbero lasciare da parte le loro divergenze per concentrarsi su un unico obiettivo: dimostrare che colpire Tel Aviv al cuore non cambia la normalità quotidiana. Anche se Hamas (come riporta Newsweek), ha già annunciato altri attentati terroristici durante il Ramadan. E il Jerusalem Post avverte che «esisterebbero accordi di coordinazione fra Hamas e Isis».
«Il balzo dei salari cinesi dimostra che il governo vuole sostenere i consumi» scrive Bloomberg. «Inoltre, mentre le aziende statali hanno tagliato posti di lavoro, chi è rimasto si è visto aumentare lo stipendio e chi è uscito ha trovato un nuovo impiego nel fiorente settore privato». Il China Daily sottolinea che «salari più alti rappresentano la chiave per una sana crescita». Secondo Wall Street Journal, «l’economia cinese cammina sul filo del rasoio. Il governo non vuole perdere i produttori a basso costo e li spinge a traslocare in aree più depresse del Paese. Però vuole anche aumentare i salari e stimolare la domanda dei consumatori attraverso una produzione hi-tech, come i semiconduttori e la robotica». IL PARERE DI NATHAN J. BROWN Professor of International Affairs at George Washington University IL PARERE DI ALESSANDRO PICCHIONI Presidente e direttore investimenti a WoodPecker Capital