Giro il mondo in cerca di parole
Amica dei grandi scrittori, editore potente, Teresa Cremisi svela i suoi luoghi d’elezione dove trova emozioni, ispirazione, pace.
Se un lettore aprisse una pagina a caso dell’agenda di Teresa Cremisi impallidirebbe dall’invidia. È che lei di nomi come Milan Kundera, Yasmina Reza o Catherine Millet, passando per Claudio Magris o Michel Houellebecq, è stata più che madrina: amica, confidente, supporter e partner di affinità elettive. Altro motivo di invidia: essere stata al comando per quasi mezzo secolo in editoria, tra Garzanti, Flammarion e Gallimard, è stato un elisir di giovinezza. La chiamano «la signora dell’editoria francese», ma dimostra 20 anni meno di quelli che ha. E senz’altro è rimasta giovane di fronte al mistero della letteratura, visto che l’ha colta lo stesso candido terrore di ogni esordiente sul giudizio dei lettori. Il motivo: l’uscita del suo romanzo praticamente autobiografico La Triomphante (Adelphi), incantevole flusso mnemonico dall’Egitto all’Italia. I romanzi sono fatti di parole. Lei invece parte da una fotografia. La fotografia ha un rapporto con la morte e con la sparizione. Fissa qualcosa che mai più sarà come il momento in cui è stato fissato. Evoca sentimenti come nostalgia. Divertimento. Ricordo. C’è un fotografo che la ispira? Robert Frank e la serie The Americans. In generale, i fotografi il cui scopo non è fare una foto isolata, ma fissare un mondo. Che può trovarsi nell’uscita di una tabaccheria, in una vecchia auto, in un tipo particolare di scarpe. Dettagli che non saranno mai più uguali. Quali dettagli di paesaggi ha attraversato che ora le mancano? Una pasticceria di Lugano con due ingressi, uno che dava proprio sul lungolago, che cito nel libro. Un porto dove sono tornata più volte, Essaouira in Marocco: vecchi pescherecci che rientrano. Li guardavo, seduta, davanti al tramonto. Cose che ricorderò fino al letto di morte. Un luogo che non cambia e a cui torna sempre? La piazzetta di Atrani, vicino Amalfi. Due passaggi ATMOSFERA SPECIALE Un interno dell’Hotel Cecil ad Alessandria d’Egitto, dove hanno soggiornato molti artisti.