QUANTO È MODERNO QUESTO BAROCCO
Un percorso nella modernità del barocco è il progetto ideato da Quirino Conti per la Fondazione Carla Fendi in occasione della 59esima edizione del Festival dei Due mondi di Spoleto, con due appuntamenti: il 9 luglio, con il Vespro della Beata Vergine di Claudio Monteverdi (direzione del maestro Rinaldo Alessandrini, nel chiostro di Sant’Eufemia alle 19.30) e il 10 luglio Cangianze: l’inganno del barocco (regia di Quirino Conti, al Teatro Caio Melisso spazio Carla Fendi alle 12). A seguire, nello stesso teatro, il premio Fondazione Carla Fendi, attribuito al maestro Antonio Pappano. Signora Fendi, in questo momento in Italia dove pochissimi, compreso lo Stato, spendono per la cultura, la figura del mecenate si sta sempre più rilanciando. Sente che il suo ruolo è diventato più vitale? Senz’altro: questo impegno, nel mio caso di puro mecenatismo, mi fa sentire utile. Penso poi che tutto quello che faccio, il parlarne, crei attenzione e possa far nascere un minimo di emulazione, una sorta di effetto trascinante sugli altri. Qual è stato il suo primo atto da mecenate? Certamente il sostegno al Festival di Spoleto. Quando, nel 2007, dopo un periodo buio, è stata affidata la direzione artistica del festival a Giorgio Ferrara, io, che già con il marchio Fendi avevo contribuito al festival ai tempi del caro amico Giancarlo Menotti, ho voluto credere ancora in questa manifestazione che tanto avevo amato. Ho iniziato quindi a sostenerla coinvolgendomi di più. E ho voluto anche dare un contributo alle bellezze artistiche di questa città iniziando, in accordo con il Comune, il restauro del Teatro Caio Melisso, un vero gioiello del 1600, che