Panorama

«Ti voglio tanto bene, mamma. Sarò sempre con te. Ora quello sta arrivando: sto per morire»

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Mi riferisco ai messaggini mandati dalla discoteca, durante il massacro di Orlando. Eddie Jamoldroy, un ragazzo di 30 anni, si rifugia nei gabinetti del Pulse durante il tragico attacco. Sua madre Mina legge il testo degli sms che il figlio le invia prima di essere ucciso: «Mamma, ti amo» è il suo primo messaggio delle 2,06 di mattina. Il messaggio finale, mezzora dopo, dice: «Lui sta arrivando… Sto per morire». Inutili tutti i commenti che sono stati scritti sulla strage intentata da un omofobo che uccide i gay in nome dell’Isis. Quel che è rimasto sono le frasi di chi è sopravviss­uto e la tragedia dei parenti. C’è stata anche una famiglia che con un atto di grande rispetto decide di dare l’ultimo saluto al figlio e al suo compagno insieme, decidendo di farli riposare per sempre uno vicino all’altro. Unanime è il coro delle madri: amare i propri figli e volere la loro felicità. Omar Mateen, l’assassino, aveva anche una famiglia e un padre, Seddique, che esprime su YouTube gratitudin­e ai talebani Afgani che chiama «i nostri fratelli guerrieri». Ma Omar non aveva una mamma che lo amava e che con l’amore sarebbe riuscita a farlo desistere da questo atto sanguinari­o? E poi cosa vuol dire l’affermazio­ne del padre che dà la colpa della rezione del figlio «perché aveva visto due uomini baciarsi»? Se fosse stato il bacio di un uomo e una donna, che cosa sarebbe cambiato?

Mi sono venute in mente le tante sfumature di amore materno per un figlio gay. Amore spesso lasciato lì, nel limbo del silenzio, forse per una scelta di comodo o forse per non scontrarsi con una realtà che la mamma deve vivere. Mi viene in mente un mio amico, toscano come me, quasi quarantenn­e. A un pranzo in casa la nonna dominatric­e e capofamigl­ia, capendo che c’era del «non detto», sbotta davanti a tutti: «Se avessimo avuto più bucaioli in famiglia avremmo avuto meno troie a pranzo». Sempre in Toscana, a Siena, un mio amico, importante personaggi­o di provincia, già di una certa età, cade in casa del suo giovane amante e si rompe una spalla. La vecchia e saggia mamma A sinistra, Mina Justice mostra a una cronista la terribile sequenza degli ultimi messaggi ricevuti da suo figlio Eddie, 30 anni, (a destra) che la donna chiamava Droy, morto nella sparatoria del Pulse. In alto, alcune delle parole scelte dall’uomo. commenta: «Gli uomini sono tutti porci».

Invece, le mamme di quelli che fanno il comingout diventano le migliori alleate dei loro bambini. Poveretti, come faranno da soli senza una donna che prepari loro da mangiare e stiri le camicie? I mariti vengono subito lasciati in disparte. Le mamme subito felici tentano di far parte della loro vita di coppia. Ma è difficile, non hanno le armi per inserirsi nel nuovo nucleo familiare. Anche la pubblicità comincia a sfruttare l’immagine del figlio ricchione. Fantastico lo spot di una madre che si preoccupa del mangiare del figlio, ha una donna che lo sta aiutando? No, e allora ecco che entra in scena il compagno, cuoco provetto e mamma felice.

Mi hanno raccontato che una ricchissim­a donna americana è felicissim­a che il figlio quarantenn­e stia per sposare un giovanissi­mo italiano, musicista promettent­e. Il giovane arriva dall’Italia dal profondo sud, famiglia decorosa e normale, casa normale, vestito con abiti normali. In casa del giovincell­o non sanno niente: o meglio sua mamma fa finta di niente, il suo bambino è contento e va a vivere in America. Magari suonerà anche al Metropolit­an. Il ragazzo, che chiameremo Mario, sposa in America il ricco Luca. La mamma americana organizza il matrimonio, sceglie luogo, fiori e lista degli invitati. L’unica cosa che lascia scegliere a Mario è la musica per la cerimonia. Tutto bene, ma cerchiamo di capire cosa pensa la mamma di Mario: niente, tutto ok. Ora i genitori dal Sud si trasferisc­ono a Roma con i soldi del genero americano. A casa mia si diceva: i soldi fanno andare l’acqua all’insù.

L’altra faccia della medaglia è l’amore che i gay hanno per la loro mamma. Amore puro, intelligen­te e senza riserve. Questo è l’amore espresso da Pier Paolo Pasolini nella Supplica a mia madre: «Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore… Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù».

Poi Pasolini mentre con grande gioia assoluta parla con sua madre, nel sentiero di un prato, stringe forte il braccio di sua madre e affonda la guancia nella povera pelliccia che essa indossa: quell’odore sarà l’odore della sua vita.

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