Enzo Tortora: lettere dall’inferno della gogna
Il 12 marzo 1984, quando nel giorno del loro anniversario Enzo Tortora scrive questa lettera d’amore alla sua compagna Francesca Scopelliti, il presentatore è ancora costretto agli arresti domiciliari da una falsa accusa di traffico di droga e di associazione camorristica. Arrestato il 17 giugno 1983, Tortora ha già trascorso sette mesi di carcere duro tra Regina Coeli e Bergamo, e in quel marzo di 32 anni fa sta per essere candidato al Parlamento dal Partito radicale come vittima-simbolo della malagiustizia. È uno scritto privato, e inedito, che Panorama pubblica proprio mentre arriva in libreria Lettere a Francesca (Pacini editore, 216 pagine, 18 euro): il libro raccoglie altri 45 messaggi che il presentatore dalla cella indirizza alla donna amata superando le «sbarre d’acciaio» e «i deserti infuocati dal dolore» dove lo hanno ficcato una serie di testimonianze false e di detestabili leggerezze giudiziarie.
È la prima volta che tutte queste lettere vengono pubblicate: a distanza di un terzo di secolo, leggerle è uno choc, per quanto sono attuali. Dal blitz mediatico con manette, «che fa impallidire, come rozzezza di esecuzione, labilità di indizi, garanzie costituzionali, le peggiori retate naziste o di Pinochet», per 210 giorni, con forza disperata, Tortora documenta le condizioni carcerarie («siamo sette in dieci metri») e si batte contro l’immenso potere della giustizia ingiusta («solo tre categorie di persone, ho scoperto, non rispondono dei loro crimini: i bambini, i pazzi e i magistrati»).
La battaglia, che lo sfibrerà e che nel 1988 lo porterà alla morte per cancro, è terribile e impari: «Contro di me, alleati (che mostruosità!) sono due giudici che non hanno l’onestà intellettuale di ammettere la loro cosmica gaffe, e dei criminali disposti a tutto pur di far fumo, seminare infamie, dire follie. In mezzo io, con la vita e il lavoro distrutti».
Il libro dovrebbe diventare lettura obbligatoria nei licei e testo d’esame per magistrati e cronisti di giudiziaria, cui dovrebbe insegnare i rischi della gogna. Purtroppo, invece, non sembra molto apprezzato dalle istituzioni: il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha negato una delle sue sale per presentarlo al pubblico. La motivazione? «La proposta non può essere valutata positivamente, non essendo la presentazione del libro collegata alle finalità del Senato». Così viene spontaneo chiedersi quali siano, queste «finalità». ( Maurizio Tortorella) La cover di Lettere a Francesca. In alto, la lettera inedita di Tortora che Francesca Scopelliti ha dato a