La superbolla dei tassi negativi
Il calo dei tassi ha spinto sottozero i rendimenti di titoli per un valore di 10 mila miliardi di dollari. Una bomba che rischia di esplodere se il costo del denaro tornerà a salire.
Supernove che rischiano di esplodere, aziendezombie che seminano distruzione e gente che corre a comprarsi casseforti. Sembrano spezzoni di un film di serie B, invece sono immagini evocate da serissimi operatori finanziari. Che disegnano una situazione molto preoccupante per i governatori delle banche centrali: in particolare per Mario Draghi della Bce, che potrebbe trovarsi ad affontare un nuovo, duro scontro con la Germania. L’accusa? Se le intenzioni della Bce erano quelle di stimolare l’inflazione, il quantitative easing (immisisone di liquidità attraverso l’acquisto di titoli) non sta producendo gli effetti desiderati. Anzi, sta provocando inquietanti effetti collaterali. Come già sta succedendo in Giappone, dove c’è un boom di vendite di casseforti: «La gente preferisce tenersi gli yen, piuttosto che darli alle banche per ottenere un rendimento negativo» racconta Alessandro Fugnoli, strategist della milanese Kairos.
Tutto inizia con un tweet di Bill Gross, gestore della società americana Janus Capital, considerato il re dei bond: «Rendimenti globali più bassi degli ultimi 500 anni di storia. 10 trilioni di dollari di obbligazioni con tassi negativi. Una supernova che un giorno scoppierà». Si tratta della bolla dei rendimenti sottozero: ormai 10 mila miliardi di bond governativi nel mondo hanno tassi negativi e il 60 per cento di tutti i titoli di Stato viaggiano sotto l’un per cento. A rendere ancora più serio l’allarme lanciato da Gross è la notizia battuta dalle agenzie il 14 giugno: per la prima volta nella storia il tasso del bund tedesco a dieci anni è andato sottozero.
Alla discesa dei tassi corrisponde un aumento dei prezzi delle obbligazioni. È la bolla a cui fa riferimento Gross: i Con il prossimo numero di uno speciale di 28 pagine dedicato a risparmio e previdenza. titoli tedeschi per esempio hanno raggiunto quotazioni elevate e alcuni operatori temono che un aumento improvviso dei tassi potrebbe avere effetti catastrofici. I prezzi dei bund e dei titoli di Stato europei potrebbero infatti crollare provocando pesanti perdite a chi li possiede, banche in prima fila: Goldman Sachs ha calcolato che l’aumento di un punto percentuale nei rendimenti provocherebbe perdite per 2,4 miliardi di dollari solo sui bond acquistati un mese fa. Per questo la Federal reserve (la banca centrale Usa) è molto prudente ad alzare i tassi di interesse. Ed è una delle grandi sfide della Bce gestire un ritorno alla normalità che sia il meno traumatico possibile. Tenendo conto del fatto che ora non siamo in recessione, eppure abbiamo i tassi negativi. Ma se arriva un’altra crisi, che spazio di manovra avranno le banche centrali?
La politica dei tassi bassi provoca non solo i mal di testa degli amministratori delegati delle banche, alle prese con margini sempre più ridotti, ma anche una serie di distor-