Panorama

I mille volti di Lady Rebecca

È la figlia di Arthur Miller e suo marito è Danny Day-Lewis. Il segreto dell’attrice-regista? L’autoironia di cui, sostiene, «abbiamo un gran bisogno».

- Di Marco Giovannini - da Los Angeles 110

Rebecca Miller a 16 anni aveva una passione sfrenata per Annie Hall, il personaggi­o inventato da Woody Allen per il film Io e Annie, interpreta­to dalla sua compagna di allora, Diane Keaton. E anche oggi che ha quasi 54 anni, si veste ancora un po’ come lei, cappello da uomo compreso. Ha occhi blu grandi e ironici e la battuta pronta, doti che le devono essere servite per non lasciarsi schiacciar­e dai due uomini-monumento della sua vita: il padre Arthur Miller, uno dei più importanti commediogr­afi americani, e il marito Daniel Day-Lewis, un grande attore cinematogr­afico contempora­neo, come i suoi tre Oscar sottolinea­no. Ma anche lei non scherza: ex pittrice e scultrice, ex attrice, ha scritto sia romanzi che sceneggiat­ure ed è regista di cinema e di teatro. Il suo nuovo film, Il piano di Maggie (dal 30 giugno al cinema), ha partecipat­o ai Festival di Toronto, Berlino e New York, ed è diverso dai quattro precedenti, perché non è un dramma, bensì una commedia che parla d’amore, relazioni, matrimoni e divorzi. La protagonis­ta si mette con un uomo sposato, ma dopo la nascita del figlio decide, per il bene di tutti, di restituire l’uomo alla ex moglie. I bravi attori che lo interpreta­no sono anche esperti dei saliscendi in ma- teria: Greta Gerwig, ha incontrato il suo attuale compagno, il regista Noah Baumbach, in un film quando lui era ancora sposato con Jennifer Jason Leigh; Ethan Hawke ha divorziato dalla moglie Uma Thurman e sposato la baby sitter dei loro due figli, facendone altri due con la ragazza; Julianne Moore, al suo secondo matrimonio, ha sposato un regista che ha nove anni meno di lei. Avrebbe potuto pescare anche dalla sua vita privata: se per lei Daniel rappresent­a il primo matrimonio, per l’attore non è lo stesso, si è separato dalla precedente ex, Isabelle Adjani, con un fax, prima che nascesse il loro figlio Gabriel, che oggi vive insieme a Ronan e Cashel, i due di Rebecca e Daniel; quando lei parla di loro dice: «I miei tre ragazzi» Rebecca è stata definita «la donna che visse molte volte». Come mai ha fatto così tante diverse carriere? Mi sono sembrate sempre parallele. A scuola facevo sculture e dipingevo. Poi al college scelsi la pittura, influenzat­a da una brava insegnante. Fu vivendo in una comunità di artisti in Germania che mi venne voglia di andare oltre la pittura, per cui cominciai a studiare cinema per incorporar­lo nei miei progetti. Quando mi resi conto che mi servivano soldi per girare film, feci dei provini e per cinque anni diventai attrice, lavorando anche con grande registi come Mike Nichols, Peter Brook, Alan J. Pakula. Fu grazie a loro che decisi smettere di proiettare corti nelle gallerie d’arte, e fare veri film. Manca la sua vita da scrittrice. Lo sono diventata quando non trovavo più soldi per il cinema, perché scrivere è gratis. E ho avuto la fortuna di riuscire a trasformar­e alcuni dei miei libri in film, come è accaduto per La vita segreta della signora Lee. Il mio ultimo romanzo, Jacob’s Folly, probabilme­nte diventerà una serie tv. Non è che all’inizio avesse scelto la pittura invece della letteratur­a per non misurarsi con suo padre? Probabilme­nte sì. Avevo bisogno di trovare la mia identità profonda. Finalmente mi sento in grado di finire un documentar­io su di lui cominciato quando era vivo. Ha un film di culto? La dolce vita di Federico Fellini, col suo mix di arte visiva, scrittura e musica. Mi ha talmente aperto un mondo nuovo, che poi ho smesso di dipingere.

AFFINITÀ ELETTIVE Rebecca Miller, 53 anni (anche a destra) con Daniel Day-Lewis, 59 anni: due caratteri schivi.

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