Senza mare che musica sarebbe
Le spiagge, il libro Cuore, la musica di Gaber, la passione per il calcio, le melanzane: i gusti normali di un artista eccezionale, il violinista Salvatore Accardo.
Divani di velluto rosso, rose bianche, una finestra piena di sole: ci accoglie così il maestro Salvatore Accardo. Reputato tra i più prestigiosi solisti e direttori d’orchestra della scena musicale internazionale, il maestro ha esordito all’età di 13 anni con i Capricci di Paganini. Suona regolarmente con le maggiori orchestre e i più importanti direttori della scena internazionale. Il suo vastissimo repertorio spazia dalla musica barocca a quella contemporanea. Tantissime incisioni per diverse etichette, numerosi premi e riconoscimenti, ma nel suo «nido» Accardo ci parla della musica e del suo valore terapeutico: «Salva i giovani dalle brutture della vita perché si fonda sullo scambio di emozioni». Ci racconta i segreti e le passioni di una vita dedita al rispetto per la composizione musicale, ci confessa il suo amore profondo per Laura Gorna, la giovane moglie violinista, e per le loro piccole gemelle di otto anni. Consiglia e ci trasmette la nostalgia di quei colori mediterranei di un Sud che si porta dentro e che ricerca ovunque, tra paesaggi e sapori. Un luogo insolito dove le piacerebbe esibirsi? Il teatro naturale a Matera: mi incuriosisce molto per l’acustica. Un ristorante che consiglia. Un ristorante di Milano che mi fa sentire a casa è il Camillo Benso, in Piazza Cavour. Sapori mediter- ranei che mi ricordano la mia infanzia, dalla parmigiana di melanzane bianca ai fiori di zucca. Un vino da bere in compagnia. Ho una passione per il Brunello di Montalcino, il migliore secondo me è quello di Biondi Santi. Che cosa le viene in mente quando pensa a Torre del Greco, sua città di origine, da cui ha ricevuto la cittadinanza onoraria? Mio padre. Era un incisore di camei, un torrese doc, e come tutti i torresi pensava che non esistesse città più bella. Mi emoziona davvero pensarci, lui era un’istituzione in quei luoghi. Là io sono sempre stato il figlio di Vincenzo. Una camera d’albergo in cui ama tornare? La camera dove è sbocciato il mio amore con Laura, la porto nel cuore: è quella del Four Seasons Resort di Palm Beach, credo che la ricorderò sempre. Un lusso che si concede? Guardare le partite della mia squadra del cuore in tv. Seguo da anni la Juventus: il calcio per me è irrinunciabile. Per questo cerco di non programmare mai i concerti di mercoledì o di domenica.