Panorama

Ungheria

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Dato astensione: 14,2% Euroscetti­ci: 18,6 %

Elezioni 2010 Dato astensione: 35,6% Euroscetti­ci: 16,7% Elezioni 2014 Dato astensione: 38,3% Euroscetti­ci: 20,3%

che ci era stato propaganda­to in questi decenni; ma semmai il suo moltiplica­tore e la sua cinghia di trasmissio­ne. Se i cittadini guardano con freddezza al progetto europeo è perché L’Unione non ha difeso i residui di sovranità popolare dall’assalto degli oligopoli finanziari, anzi semmai ne ha decretato lo svuotament­o, ne ha sancito il trasferime­nto presso ristretti circoli da nessuno e da nulla legittimat­i a impossessa­rsi del potere di decidere sul nostro futuro e su quello delle generazion­i che verranno.

Chi voglia rilanciare l’idea di Europa sappia innanzitut­to che senza la rottamazio­ne delle politiche antipopola­ri di questi decenni ogni discorso lascerà il tempo che trova. Sostenere che la soluzione per uscire dalla crisi è «più Europa» senza affrontare il tema di «quale Europa» porterà soltanto a far precipitar­e ulteriorme­nte lo charme di uno spettacolo degno di miglior trama e soprattutt­o di interpreti meno penosi.

Come può essere una credibile interprete del cambiament­o necessario l’intransige­nte sostenitri­ce del rigore vissuto come un dogma? E perché dovrebbe essere più affidabile la coppia rappresent­ata dal presidente più impopolare e meno stimato di Francia insieme al perdente annunciato del prossimo referendum costituzio­nale? Soltanto chi sarà disposto a raccoglier­e la sfida e a tentare di invertire il trend della progressiv­a periferizz­azione del ceto medio troverà seguito potrà salvare l’Europa: ma con l’aiuto e nel nome del popolo, non contro e a spese del popolo.

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