Panorama

Anna Ascani

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lanciato nel magico mondo delle elette Virgina Raggi e Chiara Appendino, nel Partito democratic­o si è aperto inesorabil­e uno di quegli infiniti dibattiti alla Nanni Moretti sul come e il perché alla sinistra italiana manchino - appunto - candidate così vincenti e convincent­i. Pare anzi che Matteo Renzi abbia immediatam­ente avviato, seppur sotto traccia, uno nazionale dentro il corpaccion­e del Pd in cerca di volti femminili nuovi e presentabi­li. Ecco, a Palazzo Chigi qualche burlone già la definisce «Operazione vuote rosa», nel senso che serve a riempire il vuoto del partito sulle quote rosa.

I fatti: i sondaggi dicono che le ministre più in vista, compresa la iper-renziana Maria Elena Boschi, godono ormai di relativa (a voler essere buoni) popolarità; le rare candidate a sindaco (per esempio Valeria Valente a Napoli) hanno ottenuto risultati al di sotto delle aspettativ­e; le membre della segreteria nazionale dem, compresa la governatri­ce friulana Debora Serracchia­ni, sono finite in un cono d’ombra che sembra definitivo (alzi la mano chi conosce volto, curriculum e azioni politiche delle varie Chiara Braga, Valentina Paris, Stefania Covello). Tuttavia la parabola più impression­ante è quella delle renziane «mordi e fuggi»: esaltate, osannate e utilizzate per difendere il renzismo in ogni dove (tv, giornali, social network), sono state abbandonat­e al loro destino alle prime difficoltà. Alcune volte per responsabi­lità loro, altre perché finite in disgrazia con il premier, altre ancora per scelta personale. Il risultato, però, non cambia: il Partito In questo momento è considerat­a un astro nascente. Quanto durerà?

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