Panorama

Claudio Bordignon

Il nuovo farmaco «Zalmoxis» è frutto della ricerca dell’équipe di e dell’azienda biotecnolo­gica MolMed: la molecola, come spiega lo scienziato a impedisce il rigetto di midollo e permetterà di guarire molti tumori del sangue.

- Di Mikol Belluzzi

Ha il nome di un dio guerriero dell’antichità perché promette di combattere e sconfigger­e la leucemia e i tumori del sangue. Per questo la scelta di MolMed, l’unica azienda biotecnolo­gia italiana focalizzat­a su ricerca, sviluppo e produzione d’innovative terapie geniche e cellulari, è caduta su «Zalmoxis» come nome commercial­e per la sua ultima creatura, una terapia basata sull’impiego di linfociti T geneticame­nte modificati in cui è stato inserito un gene «suicida»: se infuso in pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali provenient­i dal sangue di un donatore parzialmen­te compatibil­e, facilita l’effetto anti-leucemico, eliminando il ricorso ai farmaci immunosopp­ressori post-trapianto e stimolando così una più rapida ricostruzi­one del sistema immunitari­o del malato.

Per questa scoperta MolMed, venerdi 24 giugno, ha ricevuto dal Committee for medicinal products for human use dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema) la raccomanda­zione per lanciare sul mercato lo Zalmoxis con un anticipo di quasi tre anni sul termine degli studi (ora in fase 3). «L’aver avuto parere positivo per l’immissione anticipata sul mercato è frutto della qualità dei dati raccolti in fase 2 di sperimenta­zione e della grande potenziali­tà degli studi che pubblicher­emo in futuro» sottolinea Panorama,

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