Carrai, Renzi e il «decretino » sull’aeroporto
A Sesto Fiorentino il nuovo sindaco di Sinistra italiana è contro l’ampliamento. Ma una norma autorizza il premier a intervenire.
Non era bastato il blitz di dicembre scorso, quando il governo provò a consentire l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze, guidato da Marco Carrai, ventennale amico e sodale del premier, aggirando la Valutazione d’impatto ambientale. Il 10 giugno è stato trasmesso alla presidenza della Camera un decreto che aumenta i poteri del presidente del Consiglio nel semplificare e rilanciare le attività private considerate rilevanti dal punto di vista occupazionale, produttivo o comunque importanti per il territorio, qualora gli ostacoli, burocratici e non, facciano perdere tempo. È il caso, guarda un po’, dell’Aeroporto di Firenze, del cui ampliamento si discute da trent’anni. Entro il 31 gennaio di ogni anno, si legge nel decreto, ciascun ente territoriale individua un elenco di progetti strategici (nel caso dell’aeroporto di Firenze è la Regione) ma anche il premier può aggiungere «progetti non inseriti nell’elenco», la cui realizzazione «sia suscettibile di produrre positivi effetti sull’economia o sull’occupazione».
Il decreto «batte» l’opposizione del nuovo sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, di Sinistra italiana, che proprio sul no all’ampliamento dell’aeroporto alle ultime elezioni ha battuto il candidato Pd Lorenzo Zambini. A poco e niente servirebbe ogni futuro no del neosindaco all’infrastruttura. Il decreto adesso attende il parere (non vincolante) delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio. «Questa volta» dicono a Panorama i deputati di Alternativa libera, Massimo Artini, Marco Baldassarre e Samuele Segoni, che già avevano svelato il blitz di dicembre nel corso della discussione sulla Legge di stabilità «il premier attribuisce a sé tutti i poteri autorizzatori, per la felicità del suo amico Carrai e di Corporation America, azionista di Toscana Aeroporti e finanziatrice della Fondazione Open che ha sostenuto la campagna elettorale del premier». Artini e colleghi si preparano però a dare battaglia: «Anche questa volta faremo di tutto per fermare questo scempio». (David Allegranti)