Per i Comuni Ici e Imu sono tasse sacre
Si moltiplicano le richieste alla Chiesa cattolica per il pagamento delle imposte sugli immobili.
Chiamatele pure «tasse sacre». Aumentano infatti i Comuni in causa con la Chiesa cattolica per incassare Ici e Imu, arretrati compresi. In particolare, a Genova il contenzioso sugli immobili, conteggiando sanzioni e interessi, è balzato a circa 900 mila euro; mentre a Napoli sono state intentate, per vari motivi, 17 azioni legali, di cui 4 risolte a favore dell’amministrazione, 6 a favore degli enti religiosi, 7 all’esame. E a Roma la sindaca Virginia Raggi si è appellata a papa Francesco, sensibile al tema, per riscuotere l’Imu: a giudicare dai dati del libro E io pago, di Laura Maragnani e Daniele Frongia, «la Chiesa cattolica e soggetti a essa riconducibili» dovrebbero possedere un patrimonio immobiliare pari a oltre 6 miliardi di euro. Aggiungono gli autori: «Se fosse un normale cittadino, dovrebbe pagare al Campidoglio, ogni anno, una settantina di milioni». E un monitoraggio realizzato dai radicali ha rilevato che, nell’anno del Giubileo, «il 40 per cento delle circa 300 strutture alberghiere gestite da religiosi (con i comfort e i prezzi degni di un hotel a 4 stelle) non ha mai versato l’Imu». Si vedrà come andrà a finire.
Intanto il comune di Livorno, per primo, ha ottenuto il via libera alla riscossione dell’Ici nelle scuole paritarie da parte della Cassazione, che ha definito legittimi gli avvisi spediti nel 2010, per l’attività ritenuta assimilabile a quella di un esercizio commerciale. Quindi, si sono mossi altri. Imola ha ottenuto tutti i pagamenti, «a eccezione di due contribuenti», che hanno presentato ricorso; Ravenna ha chiesto agli istituti 180 mila euro, scatenando un’altra guerra di ricorsi. Ferrara, idem: l’arcivescovo ha anche scritto una lettera-appello al premier Matteo Renzi. «Una volta stabilito il nuovo principio» chiarisce l’assessore al bilancio Luca Vaccari «per non incorrere in un’accusa di danno erariale, gli uffici hanno dovuto procedere» al fine di evitare la prescrizione. «Per quanto riguarda l’Imu nata nel 2012 la situazione è parzialmente diversa. Le verifiche su queste dichiarazioni sono ancora in corso». A incalzare i municipi, con lettere e segnalazioni alla Corte dei Conti, è anche l’Uaar, acronimo dell’unione atei. E la battaglia legale continua davanti alla Corte europea, a colpi di denunce mandate dai radicali. (Maria Pirro)