L’ultima follia, le flebo alle vitamine
Farsi iniettare in vena sostanze nutrienti e minerali: una moda sempre più diffusa, inutile e pure rischiosa.
All’inizio erano star americane, modelle, divette, vipperie assortite: tra i loro «segreti di bellezza», informavano giornali e siti, c’erano le flebo di vitamine e sostanze nutrienti. Adesso la moda di farsi iniettare vitamine e minerali sta contagiando anche chi non fa parte dello star system ma vuole ottenere (almeno questa la promessa) una sferzata improvvisa di salute ed energia. A New York e San Francisco le iniezioni in vena di integratori, offerte nella spa, nelle cliniche di beauty, in centri specializzati, hanno nomi fantasiosi, come racconta il mensile The Atlantic: Hangover Club (il club della sbornia, l’idea è smaltire i postumi dell’alcol), VitaSquad, Drip Room. Pagando tra 500 e 700 dollari, si lascia il braccio attaccato alla flebo per circa un’ora, mentre vitamine, minerali (come il magnesio), antiossidanti (glutatione) ma anche anestetici locali (lidocaina) entrano in circolo.
Una moda che però non ha dietro alcun fondamento scientifico. Per di più, se fatta in modo non corretto, un’infusione in vena può provocare infezioni del sangue o formare coaguli. Il problema è che le flebo alle vitamine, almeno negli Stati Uniti, vengono fatte persino a domicilio, con «cliniche» a quattro ruote che si muovono su richiesta dei clienti: un’infusione al posto della solita pausa pranzo, per esempio.
In Italia la moda non è ancora così diffusa, anche se l’offerta di flebo alle vitamine è compresa in alcune lussuose beauty farm. «È una delle tante follie che agitano il mondo della nutrizione» commenta Michelangelo Giampietro, specialista in Scienza dell’alimentazione e medicina dello sport. «Le flebo, proprio perché sono un trattamento farmacologico, vanno riservate a chi ha carenze nutrizionali gravi, anoressia, disidratazione. Troppe vitamine, poi, possono essere dannose. E mentre sotto forma di pillole vengono in qualche misura filtrate dal sistema gastrointestinale, sotto forma di flebo non c’è neanche quel filtro protettivo. Insomma, è una sciocchezza e non priva di pericoli».
(Daniela Mattalia)