Epurazione di massa
un medico cardiologo, che è il papà di Emre. La più giovane è la fidanzata del padrone di casa, studentessa di economia. Si conoscono tutti, si frequentano, anche se hanno idee e vissuti diversi. L’appuntamento è lo specchio di un Paese dalle mille anime.
Leggono che cosa dice la stampa estera sul golpe e sono tutti infastiditi e per certi versi delusi. La presenza di una giornalista straniera, che conosce Emre già da alcuni anni, li stimola ad aprirsi, ma chiedono l’anonimato e non vogliono essere fotografati. La casa è accogliente, elegante, pavimento in parquet e grandi quadri alle pareti in stile ottomanno. Antico e moderno sono in armonia. Come da tradizione, nessuno degli uomini indossa la cravatta quando si va a cena. L’insegnante porta un velo blu su un tailleur color crema, la funzionaria è fasciata in un tubino al ginocchio e una camicetta bianca. Emre e la sua fidanzata indossano jeans e una maglietta-bandiera Militari dell’esercito coinvolti nel golpe si arrendono sul ponte del Bosforo, il 16 luglio. Nella pagina accanto, soldati imprigionati (circa 20 mila arresti tra esercito e polizia, con l’accusa di tradimento). rigorosamente rossa, con la mezza luna e una stella.
Il primo a prendere la parola è il docente universitario. Parla con una mano appoggiata sul tavolo, mentre con l’altra gesticola. «Sono figlio della Turchia laicizzata di Ataturk e sono un forte contestatore del governo. In questi giorni sono stato spesso in piazza. Su ciò che ho visto potrei scrivere un libro. Forse per la prima volta nella storia del nostro popolo abbiamo accantonato le differenze per difendere insieme la sacralità delle nostre istituzioni. I golpisti hanno bombardato il tempio sacro della democrazia, il nostro parlamento. È una cosa di gravità inaudita. Non viviamo più nel Medio Evo, oggi il popolo combatte le sue battaglie attraverso i suoi legittimi rappresentanti. I militari devono proteggere e servire il popolo, non dettare la loro legge». Gli chiedo che cosa risponde a chi dice che l’esercito è il tutore della laicità del Paese. «La frangia dell’esercito che è insorta ha tradito tutti i