Non definiteci amiche
IL FATTO Dopo il via libera del Consiglio di Stato e la firma di Matteo Renzi al decreto ponte, il 24 luglio a Castel San Pietro è stata celebrata la prima unione civile tra persone dello stesso sesso, Deborah ed Elena, 46 e 45 anni. Il sindaco Fausto Tinti è stato dunque il primo in Italia a recitare la «nuova» frase di rito: «Vi dichiaro unite civilmente». Qui Letizia Muratori immagina i sentimenti di una donna che finalmente vede riconosciuti i diritti della propria compagna.
Non c’è bisogno d’essere in fin di vita per cogliere il punto. Ricordo un banale intervento al menisco: «Marito? No», «Figli? No», «Genitori? No» ho risposto. E in mezzo a un silenzio davvero di tomba ho lasciato in amministrazione il numero di telefono della persona che mi aspettava al piano di sotto: un’amica. L’eterna amica. Non è da sempre la stessa, ma amica, troppo a lungo, è rimasta. A vent’anni andavo in vacanza: «con un’amica». Agli occhi di chi ci affittava la stanza, la casa, un letto, eravamo sempre: «Lei e la sua amica». Finita la vacanza, per alcuni condomini che ci vedevano portar su la spesa eravamo: «Amiche che si aiutano quando non c’è un uomo in casa». Spesso mi sono chiesta se il loro non considerarci semplici coinquiline fosse una specie di premura, come a dire: «sappiamo che siete di più, non siamo mica scemi, siete amiche in attesa di un sollevatore di pesi».
Alla fine di settembre mi unirò civilmente all’amica con cui vivo da qualche anno, e lo faccio anche per eliminarle tutte: passate, presenti, future, le mie e quelle delle altre. Non voglio confetti arcobaleno, i confetti li preferisco classici, e mi auguro un rito davvero civile. La mia formula ideale dell’impegno reciproco potrebbe essere: «Prometto che non permetterò mai più a nessuno di affibbiarmi amiche a sproposito». Certo che la pensione reversibile è importante, è importante avere pari diritti, ereditare, intervenire in caso di malattia, ed è bene anche essere un po’ amici della persona con cui vivi, ma quello che oggi mi appare civile è cancellare tutti quei momenti, umilianti, in cui due donne che si amano sono «amiche inseparabili»...