CHE COSA HANNO SCRITTO
Le Monde, che non l’ha mai amato, si chiede se «Nicolas Sarkozy sia veramente cambiato. Si è bonificato? La domanda è legittima: per colui che pretende ritrovare il potere dopo averne subìto il disamore, la metamorfosi è un esercizio obbligato quanto pericoloso. Si tratta di rinascere dalle proprie ceneri senza perdere in autenticità». Per il Nouvel Observateur, la coerenza di Sarkozy è totale: «Le recenti proposte del candidato Sarkozy insistono molto su temi come l’immigrazione, il divieto del velo all’università, la volontà di legiferare su burka e burkini. C’è qualcuno che se ne stupisce ancora? Il 2017 assomiglierà come una goccia d’acqua al 2012 e al 2007».
El Tiempo, seppur criticando «la mancata riconsegna da parte delle Farc dei tanti soldati minorenni», sottolinea come «la comunità internazionale abbia accolto con favore questo accordo, che si spera apra una nuova pagina di pace e prosperità». Non è scontato, però che la popolazione sarà favorevole all’accordo, avverte il Wall Street Journal, precisando che i guerriglieri Farc avranno diritto a 10 seggi in Parlamento per due mandati di fila, l’amnistia anche per crimini gravi e la promessa fatta a chi, nella guerriglia, ha esportato per anni cocaina negli Usa di non essere estradato a Washington». In Colombia, ricorda poi il PanamPost, «continuano a esistere guerriglieri/criminali come l’Eln, l’esercito di liberazione nazionale, e i Bacrim».
«Etiopia, la protesta repressa a porte chiuse» titola Libération in un articolo che denuncia il tentativo di «mettere la museruola al dissenso. «In Etiopia si rischia la vita per esprimere lo scontento contro la corruzione, la disoccupazione e l’accaparramento delle terre» scrive le Monde. Aggiunge la Bbc: «La maggioranza della popolazione vive in aree rurali ed è legata a un’agricoltura di sussistenza». Il Washington Post racconta la storia della comunità di sportivi etiopi che hanno trovato rifugio negli Usa, alla quale potrebbe aggregarsi l’olimpico Lilesa. Il New York Times infine punta sulla partecipazione numerosa dei giovani che chiedono democrazia e maggiori opportunità per il futuro. IL PARERE DI ALVARO URIBE ex-presidente della Colombia. IL PARERE DI ASAFA JALATA docente di sociologia alla Tennessee University.