La mappa del rischio sismico
gone, una struttura del 1048, alta 22 metri, che sovrasta il paese. Per gli abitanti è la garanzia della resistenza delle costruzioni, o almeno così s’illudono; alla domanda se siano preoccupati di un sisma simile a quello del 24 agosto, tutti rispondono: «Se non è mai caduta la torre…». Dicevano così anche ad Amatrice.
San Marco Argentano è formato da un centro urbano collinare, cresciuto intorno al borgo antico e in continuo spopolamento (oggi ospita circa duemila residenti, come quelli del centro di Amatrice in maggior parte anziani), e da quattro frazioni a valle, dove sorge una zona industriale che la crisi ha trasformato in commerciale. L’economia è agricola, soprattutto pomodori e olive. Un po’ di abitanti lavora nei tre istituti scolastici principali e nell’ospedale. A prima vista, San Marco sembra uno dei tanti Comuni montani del nostro Sud: tetti di cotto arsi dal sole, un saliscendi di strade e stradine. Nella centrale piazza Umberto confluiscono le tre vie del paese, in una confusione architettonica di fabbricati nuovi e vecchi, alcuni ben tenuti e altri semiabbandonati. Giovani e anziani sono radunati in piedi, in piccoli capannelli davanti a bar e negozi.
L’amministrazione pubblica sembra efficiente: le strade sono curate, la segnaletica è ordinata, il sito web del Comune è aggiornato. Molti palazzi, però, avrebbero bisogno di restauri, anche a prescindere dal rischio sismico. Per la ristrutturazione degli immobili privati è prevista una La più aggiornata carta d’Italia per la prevenzione anti-terremoti, elaborata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Amatrice, epicentro del sisma del 24 agosto, e San Marco Argentano, il Comune calabrese individuato da Panorama come caso di studio, sono nella stessa categoria di rischio: la più elevata.
detrazione Irpef del 65 per cento sulle spese sostenute (da recuperare in 10 anni sulle imposte pagate) cui si aggiungono contributi a fondo perduto regionali da 100 a 200 euro al metro quadro, fino a un massimo di 40 mila euro per immobile. Eppure a San Marco nessuno pare interessato all’operazione sicurezza. Molti sono convinti che qui non cadrà mai nulla. Dicono che «i palazzi non sono come quelli del terremoto del Centro Italia, fatti solo di pietre».
La pensano diversamente in Comune, dove la sindaca Virginia Mariotti scuote la testa: «Noi siamo attenti alla questione sismica. Cerchiamo di accedere a tutti i bandi nazionali e regionali, abbiamo messo in sicurezza la scuola primaria e la scuola media del centro, e anche le tre scuole decentrate nelle contrade Scalo, Ghiandaro e Iotta, mentre nel 2017 avremo 800 mila euro per mettere in sicurezza anche quella della frazione Cerreto. Quanto ai privati, abbiamo fatto molta pubblicità al bando regionale, sia con manifesti sia con avvisi sul sito internet. In più, per evitare l’abbandono del centro e incentivare le ristrutturazioni, abbiamo previsto l’esclusione del pagamento dell’Imu sulle seconde case, e l’esclusione della tassa sui rifiuti e sull’occupazione di suolo pubblico per chi fa i lavori».
Nonostante tutto questo, però, a San Marco nessuno fa