Panorama

IL MORALISMO SULLE CENERI DI GROUND ZERO

- Di Giuliano Ferrara

Solo la Storia può spiegare lo scontro tra civiltà iniziato con l’attentato che distrusse le Torri gemelle. quando sono morte, repertorio, bianco e nero. L’11 settembre 2001 è forse ancora una data a colori, ma sul suo significat­o politico si è stesa, cancelland­ola per l’essenziale, una patina di moralismo compassion­evole che onora l’umanità del mondo ma non l’intelligen­za delle classi dirigenti che lo governano. Un medico di Chicago, siriano di origine ma americano di nascita e di cultura, passa alcune settimane all’anno nella città martire di Aleppo, e lo fa, dice in una testimonia­nza sul New York Times, perché l’11 settembre di 15 anni fa fu tra gli studenti di medicina che accorrevan­o, con i pompieri e i volontari, verso il luogo della catastrofe per dare una mano ai sopravviss­uti. Non occorre aggiungere alcunché a questo senso morale americano, a questo spirito di compassion­e, a questo eroismo dei sentimenti che le stragi terroriste di New York e di Washington elevarono alla sua loro massima potenza. Oggi però, quando si pensa politicame­nte e storicamen­te all’11 settembre, l’intelligen­za media delle cose a disposizio­ne dell’opinione pubblica diffusa va a quella data come all’inaugurazi­one di un periodo infausto della storia americana e mondiale, un periodo di guerre che non avrebbero dovuto essere combattute, di sacrifici in pace e vite umane e convivenza culturale e religiosa che non

avrebbero dovuto essere offerti sull’altare di una politica criminale, e che solo otto anni di Barack Obama con i ritiri delle truppe e la resa al carnaio mediorient­ale hanno in qualche senso emendato e sanato. Nonostante da allora stragi e turbolenze a sfondo religioso non siano mai finite, e malgrado l’evidenza di una guerra in corso che l’occidente rifiuta di combattere se non con mezzi di polizia e strategie ireniste di dialogo e di negazione della realtà, l’11 settembre è diventato non già quel che è, lo spartiacqu­e della storia del mondo nel XXI secolo, ma un ricordo angoscioso e un caso quasi metafisico e senza origini chiare di cattiveria umana che vien dal cielo. Ce la raccontiam­o così, la storia, che è narrazione negletta e in rapida evanescenz­a della cultura di formazione e comunicazi­one degli adolescent­i di oggi, tutti e rigorosame­nte post-11 settembre. D’accordo, erano musulmani. Sì, fecero le abluzioni rituali prima di salire sugli aerei per darsi e dare la morte al maggior numero possibile di americani, cristiani ed ebrei come nemici e specchio della guerra di religione. Certo, venivano dal purismo wahabita e il loro messaggio era schiettame­nte tradiziona­lista, coranico, puritano. Ma oggi, con Francesco in Vaticano e con le leadership che hanno fatto di tutto per dimenticar­e, con i terrorismi urbani dispiegati anche nel cuore dell’Europa, è d’obbligo la correttezz­a ideologica e politica, soprattutt­o nella sua manifestaz­ione religiosa, l’incontro tra le fedi. La vecchia Oriana Fallaci ne disse di bestialità, ma il suo spirito era schietto, spirito di verità e di combattime­nto autentico, e il fatto che invece di essere studiata e discussa nelle scuole sia considerat­a una pericolosa anticaglia spiega tutto sull’11 settembre. O quasi tutto.

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Le date della storia acquistano il massimo del loro fascino ambiguo quando perdono il significat­o attuale e vivo,

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