Panorama

Il rapimento

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Il Natascha Kampusch, dieci anni, viene rapita mentre a Vienna sta andando a piedi a scuola: il rapitore è Wolfgang Priklopil, tecnico elettronic­o. atascha Kampusch, 28 anni, si rilassa in un angolo dell’elegante ristorante Palmenhaus a Vienna, mentre un gran numero di farfalle svolazza vivacement­e in una immensa teca alle sue spalle. Gli insetti attirano qui molti visitatori, e infatti anche Natascha ne è colpita: «Sono bellissime» dice, in un inglese pressoché perfetto.

Ma non sono solo le farfalle ad affascinar­e: anche Natascha è incantevol­e. La sua terribile storia a lieto fine ha fatto il giro del mondo nell’agosto 2006, dopo la sua fuga da otto anni di orrori indicibili in una cantina segreta. Wolfgang Priklopil, 44 anni all’epoca, un solitario, aveva rapito e tenuto prigionier­a Natascha dall’età di dieci anni, e il giorno della sua fuga si è gettato sotto un treno.

Il mondo intero era rimasto turbato e al tempo stesso affascinat­o dalla storia di Natascha, da cui è scaturito un bestseller intitolato 3.096 giorni, che è l’esatta durata della sua prigionia. Il libro è uscito nel 2010 ed è divenuto un film tre anni dopo. Da allora l’autrice è stata ospite di alcuni talk-show e ne ha condotto uno in prima persona. Dopo quegli anni sotto i riflettori, però, Natascha ha lentamente iniziato a defilarsi: fuggire dalla cantina degli orrori era stato un conto, ma sop- portare ogni istante gli sguardi indagatori del prossimo era ben diverso. «A volte le persone non mi capiscono» lamenta Natascha. «Mi credono a pezzi, traumatizz­ata, e mi ritengono una vittima anziché una persona forte. Basta. Io non voglio essere identifica­ta con quello che mi è successo».

A dieci anni dalla fuga, Natascha si apre. Il ritorno da questo suo esilio autoimpost­o è segnato da un nuovo libro, 10 Jahre Freiheit ( ovvero Dieci anni di libertà, uscito a fine agosto ma ancora da tradurre in italiano, ndr) dove descrive proprio com’è riuscita a ricostruir­e la sua vita nonostante la sofferenza. Oggi Natascha è una donna allegra e interessan­te, per quanto vigile; a tratti affascinan­te nella sua ingenuità; a tratti ancora oppressa dall’orrenda esperienza che ha vissuto e continua a rivivere.

Qualche mese fa si sono diffuse voci secondo cui Natascha avrebbe protetto un presunto complice di Priklopil. Secondo tali clamorose indiscrezi­oni, «Wolfi» Priklopil sarebbe stato ucciso e il suo corpo gettato sui binari per simulare un suicidio. Il verbale della polizia menzionava un amico e collega di Priklopil, Ernst Holzapfel, il quale ha ammesso di aver conosciuto Natascha durante la sua prigionia, ma di non sapere che fosse stata rapita.

Il tabloid tedesco Der Spiegel ha inoltre rivelato le dichiarazi­oni di due autorevoli medici legali, i quali si sono occupati del caso Priklopil e sostengono che la polizia abbia «condotto le indagini sulla sua mor-

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2 marzo 1998

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