Non ero schiavista ma nessuno lo sa
Dodici anni sotto processo a Lecce per estorsione ai danni dei suoi dipendenti. La Procura sosteneva che li avesse sfruttati, assetati, affamati. Poi lo scorso 12 febbraio Sergio Scorza è stato assolto definitivamente. Però su internet il suo nome resta l
Tredici anni di processo contro l’imprenditore «schiavista». Quando nell’autunno 2004 il procuratore di Lecce chiede le manette per Sergio Scorza, l’accusa è proprio «riduzione in schiavitù» ed estorsione. Il giudice accoglie la richiesta, nella forma attenuata degli arresti domiciliari, ma rigetta la suggestione schiavista. Così il 15 novembre Scorza finisce recluso a casa sua. «È stata una botta incredibile» racconta per la prima volta il protagonista di questa vicenda, che all’epoca aveva 50 anni e oggi ne ha 62.
Scorza è un «uomo della terra», pugliese di Nardò, papà contadino e mamma tabacchina: a 16 anni abbandona la scuola per fare l’apprendista elettricista. Poi, rimasto orfano dei genitori a 21 anni, capisce che deve rimboccarsi le maniche per tirare su i cinque fratelli e si mette nell’edilizia. «L’inchiesta si è abbattuta sulla mia vita come un fulmine. Quando il comandante dei carabinieri mi notificò l’arresto, pensai avesse sbagliato persona. Invece in Italia queste cose capitano pure alle persone perbene». impiegato in una delle tre società che fanno capo a Scorza, viene alle mani con un altro dipendente; per l’episodio, il primo viene spostato di squadra e il secondo è sospeso. A distanza di pochi giorni, Tiziano denuncia Scorza raccontando di essere stato malmenato e trattenuto per ore contro la sua volontà. Lo accusa anche di una serie di comportamenti vessatori ai suoi danni, dai turni di lavoro massacranti agli straordinari non pagati, fino a fantomatici «fogli in bianco» firmati sotto minaccia di licenziamento.
Con uno strano effetto a catena, alla denuncia di Tiziano seguono quelle di vari altri operai, tutti impiegati nelle società del gruppo, anche da dieci e 15 anni. Parlano di orari massacranti, senz’acqua e senza cibo, di lavoro non pagato... «Io sono salentino di nascita, ma svizzero di testa» afferma