Panorama

Un sistema permette alle aziende di scambiare beni e servizi.

PIÙ CREDITO PER TUTTI CON IL SARDEX

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Erano cinque amici neolaureat­i al bar. Un tavolo, qualche birra, tante idee. E la speranza di non emigrare da Serramanna, piccolo paese del Medio Campidano, alle spalle di Cagliari: una delle zone con la più alta disoccupaz­ione giovanile d’Italia. Volevano aiutare l’economia della loro terra e ci sono riusciti. Nel 2010, dopo aver racimolato 10 mila euro, hanno fondato Sardex: un sistema di mutuo credito che permette alle aziende di scambiare beni e servizi. Un mondo commercial­e in cui non esiste l’euro, ma una valuta complement­are e virtuale: il Sardex, appunto.

«Adesso, solo in Sardegna, sono più di 3.500 le imprese iscritte» racconta Gabriele Littera, 31 anni, uno dei fondatori. «Chi paga un fornitore in Sardex libera risorse: per saldare le tasse o un debito, per esempio. Non ci sovrapponi­amo a quello che esiste: siamo un mercato aggiuntivo». Il sistema è stato adottato anche in altre dieci regioni. Carlo Mancosu, 36 anni, un altro dei fondatori, spiega: «A partire dal 2013 il circuito s’è esteso: dall’Umbria, dove si chiama Umbrex, al Piemonte, dove è nato il Piemex».

In Italia ci sono ormai più di 7 mila imprese associate: generano transazion­i per 100 milioni di euro all’anno. Tanto che, dalla banca centrale dell’Ecuador all’Università di Yale, stanno studiando la sbalorditi­va idea venuta a cinque amici in un bar di Serramanna.

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Rosi Zuliani Sgaravatti guida l’azienda florovivai­stica ereditata dal marito.

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