NON SI ESAGERA A DIRE CHE SENZA LA SUA PRESENZA BILL CLINTON NON SAREBBE RIUSCITO A DIVENTARE PRESI
Hillary Clinton è stata anche avvocato di grido in uno degli studi americani più antichi, il Law Rose Firm, e ha fatto parte dei consigli d’amministrazione di importanti corporation, a cominciare da Walmart, colosso globale della distribuzione. Ha lavorato per Lafarge, multinazionale francese produttrice di manifatture di cemento, la Tyson Food produttrice di pollame, la Stephens Inc., la Worthen Bank e l’Hussman media Holdings. Nella sua professione ha guadagnato molto ma ha sollevato enormi problemi di conflitti d’interesse.
La partecipazione al board di Walmart è stata al centro di un’inchiesta del New York Times, che pure l’ha sempre sostenuta; Hillary aveva le competenze professionali per entrare nel Board di questa multinazionale, ma era anche la moglie del governatore dello Stato dove Walmart ha la sede legale. Il quartier generale della multinazionale è, infatti, a Betonville, e non pochi aspetti legali che attengono alla vita di una società sono di fatto regolati dallo Stato dove si è stabilita la sede legale. Bernie Sanders, l’anziano senatore del Vermont che ha conteso a Hillary la nomination democratica, l’ha più volte attaccata per i suoi rapporti con la finanza di Wall Street. E il New York Times ha documentato i suoi rapporti con Goldman Sachs.
Nel mese di ottobre 2013, Goldman Sachs ha pagato a Hillary Clinton 225 mila dollari per parlare alla conferenza «Costruttori e innovatori» in Arizona, al Ritz-Carlton Mountain Resort, davanti a una platea di finanzieri. L’intervento è stato articolato come una conversazione tra lei e l’amministratore delegato di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein. Sul tema scrive CnnMoney: «Il discorso nel 2013 è stato uno dei tre che Hillary Rodham (futura signora Clinton) al Wellesley College nel 1969.