FOTOGRAFIA E SCULTURA PER COGLIERE IL FLUIRE DELLA VITA
la combinazione scenica di fotografia e scultura che, adesso a Venezia, ci avvolge come una visione totale. Si intitola Rivus altus, ed è una mostra a tre voci. Si tiene, fino al 27 novembre, al Centro culturale Don Orione artigianelli (Zattere Dorsoduro 909), nel chiostro di un convento trasformato in tecnologico open space. Curata da Marco De Crescenzo, esibisce sulle pareti il gesto che l’ha generata, la presenza di 78 frammenti pescati da Farina dal suo colossale giacimento, montati come tessere di un mutevole mosaico (a colori la città, in bianco e nero le facce dei suoi estasiati spettatori). Al centro dello spazio ecco le sculture dei fratelli Boga (The Boga fondation), la serie da loro ideata chiamata Homini: profilo di esseri benevoli che, stilizzandosi e svuotandosi, inquadrano e accolgono ciò che è loro intorno. La terza presenza è quella di Alberto Giacometti, con un paio di sculture, parte della stessa collezione Boga. Stanno lì, come le potenti divinità protettrici della vita che appare, e che poi scorre via.
( Marco Di Capua)
Rivus