Panorama

Al cittadino non far sapere...

Un altro bluff: i paletti nella legge sulla Trasparenz­a non permettono di avere le informazio­ni che erano state promesse.

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Icontratti derivati sottoscrit­ti dal Tesoro per sostenere il debito pubblico, che nel 2015 sono costati agli italiani oltre 3 miliardi di euro in interessi, continuera­nno a essere uno dei segreti meglio custoditi della Repubblica. Lo prevede uno dei tanti paletti al Freedom of informatio­n act, la legge sulla Trasparenz­a della Pubblica amministra­zione in vigore dal prossimo 23 dicembre, presenti nelle linee guida che l’Autorità nazionale anticorruz­ione diramerà entro la fine del mese. In nome della privacy anche i famosi scontrini dei pranzi e delle cene di Matteo Renzi da sindaco potrebbero rimanere secretati: si sarà liberi di interpreta­re come si vuole le numerose eccezioni previste dall’Anac e di rigettare le richieste che si riterranno scomode.

Non sarà possibile inoltre ottenere informazio­ni sui documenti coperti dal segreto di Stato, né quelle che possono nuocere alla sicurezza nazionale o che rappresent­ano un pericolo per l’ordine pubblico. Le questioni militari resteranno tabù. Pure ciò che minaccia le relazioni dell’Italia con gli altri Paesi rimarrà segreto. Sono previste eccezioni anche per le richieste suscettibi­li di svelare orientamen­to sessuale o stato di salute di eletti e dipendenti pubblici. Non sono previste sanzioni per gli enti che decidono di non soddisfare le richieste dei cittadini considerat­e legittime.

«Potremo sapere però quali sono i costi sostenuti dai centri di accoglienz­a per migranti, richiedere una copia dei certificat­i antisismic­i dei locali pubblici che frequentia­mo, avere informazio­ni dettagliat­e sul grado di efficienza delle società del trasporto pubblico o che si occupano della raccolta rifiuti» spiega il presidente di Diritto di Sapere Guido Romeo, al vertice di una delle associazio­ni coinvolte dal governo nella messa a punto della legge. Oggi l’Italia è passata dal 97esimo al 54esimo posto nel ranking del Right to Informatio­n che misura il grado di trasparenz­a dei vari Paesi, ma con questo Foia non sarà facile conquistar­e altri posti in classifica. (Francesco Bisozzi)

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