I sette Paesi dove la professione di fede è in pericolo
È uscito il rapporto 2016 sulla libertà religiosa nel mondo. A cura della fondazione pontificia «Aiuto alla chiesa che soffre», ha individuato sette Paesi dove la professione della fede, non solo cristiana, è in maggior pericolo: Corea del Nord, Arabia Saudita, Iraq ( foto), Siria, Afghanistan, Somalia, Nigeria settentrionale. Le 832 pagine del rapporto denunciano non solo i massacri del Califfato. C’è pure la rimozione dei simboli cristiani in Cina, l’omici- dio del negoziante musulmano in Gran Bretagna perché aveva osato augurare «buona Pasqua» e la violenta campagna anti islamica nel Myanmar guidata da un monaco buddista. Nel 55 per cento dei 38 Paesi in cui si registrano violazioni della libertà religiosa, la situazione non è cambiata rispetto agli anni scorsi. Solo in Egitto, Qatar e Bhutan pare migliorata. Per il resto, dal 2014 una nazione su cinque nel mondo ha subito attacchi islamisti.
conta Samara al-Inabi, una madre siriana che vive a Istanbul. «Le lezioni di fisica, chimica e tecnologia erano cancellate. I maestri vogliono far radicare l’idea che la scienza si oppone alla religione, per ottenere la completa fedeltà dei bambini agli sceicchi che prendono il posto degli insegnanti». In Turchia ci sono oltre 3 milioni di rifugiati siriani, metà dei quali sono minori. La battaglia per l’istruzione è decisiva per il destino delle future generazioni siriane, ma anche per il Paese che le ospita.
cento). L’auspicio è che formi un monocolore cristiano-democratico, anche se l’opzione più probabile è una ripetizione della coalizione con i socialdemocratici (che ancora devono ufficializzare Sigmar Gabriel come candidato). Solo in caso di improbabili exploit di verdi o liberali si potranno ipotizzare scenari diversi. Ma il grande spauracchio è la destra di Alternative für Deutschland, data all’11 per cento. «Non sarà una campagna elettorale semplice» ha commentato Angela Merkel.