Pilota automatico
Peraltro, sembra un antidoto contro la malaugurata frontiera degli attacchi informatici ai piloti di chip, che potrebbe rendere gli aerei dispositivi telecomandati da mani sbagliate. Un inedito terrorismo d’alta quota: «Al momento» precisa il dirigente americano «non c’è modo di prendere il controllo a distanza di un velivolo da un computer. Siamo ossessionati dalla sicurezza e continueremo a esserlo. La nostra industria, nel complesso, fa muovere 3,7 miliardi di persone l’anno Un computer sarà in grado di gestire in modo autonomo qualsiasi fase del viaggio, inclusi decolli e atterraggi. Tuttavia, per interventi e manovre d’emergenza, la presenza a bordo di almeno un pilota non verrà eliminata. e deve mantenere una tolleranza zero per l’errore. È la premessa di qualsiasi novità che introdurremo».
Un decollo verso il futuro, in cui anche l’Italia gioca un ruolo: il «787 Dreamliner» per esempio, fiore all’occhiello hi-tech della flotta di Boeing, è costruito per il 15 per cento in Puglia. «Con Finmeccanica siamo arrivati nell’area una dozzina d’anni fa» dice Tinseth «e nel tempo è emerso un distretto aerospaziale che ha attratto imprese e investimenti». Tarati sulle reali priorità: accanto alle rivoluzioni sensate, la ricerca dell’efficienza. «Perché» fa notare il vicepresidente della multinazionale americana «il prezzo dei voli continua a scendere, mentre il numero dei passeggeri a salire». La vera sfida che l’aereo del futuro deve vincere è portarci più lontano, a costi inferiori, con un minore impatto ambientale: sostanza che vale più di qualsiasi futuristica forma. Per le meraviglie, c’è tempo alla meta. (Marco Morello)