Il computer, la mia parola
Padre Modesto Paris ha la Sla, non può più parlare né muoversi. A sinistra, con Papa Francesco, cui ha messo al collo, questa estate, il fazzoletto simbolo dei gruppi che ha fondato. Nonostante non abbia più la voce, celebra sempre la Messa. Predica e canoni sono pronunciate da un sintetizzatore vocale che funziona grazie a un altoparlante e a un tablet (sotto) dotato di uno speciale software. Funziona in modo touch oppure comandato dal movimento di palpebre e occhi.
non è umana, è di un computer. Eppure l’effetto sulla «platea» è sconcertante: genera attenzione e silenzio surreale, figlio di una partecipazione dell’anima. Assistere a una messa celebrata da Padre Modesto Paris è un’esperienza che lascia increduli. La voce che esce dall’altoparlante non è del frate Agostiniano scalzo, ordinato sacerdote 33 anni fa da Papa Giovanni Paolo II, ma è quella, un po’ robotica, che annuncia l’arrivo dei treni nelle stazioni. Padre Modesto, 59 anni, oggi è in carrozzella. Non riesce a esprimersi usando la sua bocca da quando, circa un anno fa, è stato colpito dalla Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, malattia neurodegenerativa che, un pezzo alla volta, sta bloccando le sue funzioni motorie e vitali.
Quella che vado a raccontare è stata l’intervista più emozionante di tutta la mia vita. Perché l’uomo che ho di fronte è il mio migliore amico. Da 35 anni compagno di avventure nel mondo del volontariato. Da quando lo conosco non ha mai avuto nemmeno un raffreddore. Per me è sempre stato Superman, lo è ancora di più oggi che continua la sua missione nonostante la malattia. Io chiedo, lui ascolta e risponde digitando sulla tastiera. Una cosa che non sapevo di questa malattia incurabile è che porta al pianto o alla