Corato-Andria: risarcimenti nella palude
Dopo il dolore, la beffa: gli indennizzi governativi per i parenti delle 23 vittime della strage ferroviaria sono impantanati.
Che fine hanno fatto i 10 milioni di euro messi a disposizione dal governo per le famiglie delle vittime della strage ferroviaria consumatasi sulla linea Corato-Andria, in Puglia? Tra il dire e il fare c’è di mezzo la commissione «fantasma». Quella che oltre un mese fa il commissario Annalisa Cipollone aveva promesso di varare per avviare l’iter di pagamento dei soldi stanziati dal governo all’indomani della strage del 12 luglio 2016, che provocò 23 morti e oltre 50 feriti.
Si tratta di un fondo speciale che Palazzo Chigi aveva messo a disposizione per aiutare economicamente le famiglie delle vittime e quanti avevano riportato, nella collisione, danni permanenti. Un «bonus» integrativo rispetto agli indennizzi, in alcuni casi già liquidati dall’assicurazione, che però difficilmente verrà erogato in tempi rapidi. Anzi, la prospettiva è che il denaro arriverà, se arriverà, tra tantissimo tempo. Il commissario Cipollone, che è capo dipartimento amministrativo di Palazzo Chigi, nonostante i ripetuti solleciti arrivati dalle associazioni dei parenti delle vittime, non ha ancora convocato l’organo collegiale che dovrà studiare entità e modalità di risarcimento dei singoli casi. Un ritardo che si sta rivelando, purtroppo, fatale. La sconfitta referendaria del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha infatti ulteriormente complicato le cose: la commissione doveva essere insediata ufficialmente da un apposito decreto del premier che, a questo punto, slitterà fino alla nomina del suo successore.
Finora, solo una trentina di posizioni è stata già «chiusa» dal broker incaricato da Ferrotramviaria, anche se non sono mancati casi di sciacallaggio. Uomini e donne hanno falsamente affermato di essere presenti sui treni il giorno del sinistro, per incassare i premi. Smascherati, ora rischiano la condanna. (Simone Di Meo)