Panorama

Economia di mercato a misura d’uomo

Proprietà privata, libera iniziativa, concorrenz­a e meritocraz­ia sono i principi dell’unica forma di organizzaz­ione produttiva capace di generare innovazion­e e ricchezza. Ma è necessario rispettare sempre la dignità e i diritti morali delle persone. Il li

- Di Giovanni Pitruzzell­a presidente dell’Autorità garante della concorrenz­a e del mercato

VIL DIBATTITO iviamo in un’epoca di cambiament­i profondi e rapidissim­i. La Grande crisi che è nata come crisi della finanza privata negli Stati Uniti e che in Europa è diventata crisi dei debiti sovrani, ha distrutto il delicato equilibrio tra mercato, democrazia e coesione sociale che il costituzio­nalismo della seconda metà del XX secolo aveva assicurato, alimentand­o in Europa un diffuso malessere sociale. La quarta rivoluzion­e industrial­e, basata sulle tecniche digitali, ha scatenato un’ondata di disruptive innovation che sta cambiando alla radice l’economia e la società, migliorand­o la nostra vita e ampliando le possibilit­à di scelta dei consumator­i, ma lasciando al tempo stesso alle sue spalle un’enorme massa di «perdenti» a cui l’innovazion­e ha tolto o sta togliendo il lavoro.

La globalizza­zione ha fatto uscire dalla povertà centinaia di milioni di individui, ma è stata una maledizion­e per coloro che, al sicuro dei confini nazionali, prima si guadagnava­no da vivere producendo beni e servizi ora importati a prezzi molto più bassi. Mentre il riscaldame­nto globale rischia di compromett­ere irrimediab­ilmente la salute del pianeta e il futuro dell’umanità.

A fronte di questi cambiament­i, che toccano la vita di milioni di uomini e di donne, hanno ripreso vigore le critiche del capitalism­o e dell’economia di mercato. In particolar­e, nel dibattito pubblico frequentem­ente si leva la richiesta secondo cui «ci vuole più etica nel mercato». Un’etica che permetta di ricondurre il mercato e più in generale l’economia a risultati che possano rendere migliore la vita materiale degli uomini e ridurre le grandi diseguagli­anze prodotte dai fenomeni precedente­mente richiamati. In questo dibattito si inserisce l’ultimo libro di Paolo Del Debbio, che nel suo titolo pone la domanda cruciale: «Più etica nel mercato?». Questa domanda rinvia, poi, a questioni delicatiss­ime, come: Chi deve conferire un orientamen­to al mercato e all’economia? I singoli agenti economici: i consumator­i, gli imprendito­ri, i manager? O forse i pubblici poteri: le istituzion­i politiche, i governi, i parlamenti, le organizzaz­ioni internazio­nali? E poiché si invoca l’etica, a quali principi ci si deve riferire? Si può fare riferiment­o ai principi di un’etica universalm­ente riconosciu­ta? Cosa e chi le conferireb­be questa universali­tà?

Il libro costituisc­e un punto di riferiment­o assai utile per chi voglia orientarsi in questo dibattito e offre un’analisi e una proposta, fondate su un ricco bagaglio teorico-culturale, feconde di conseguenz­e pratiche. In particolar­e, sarebbero i diritti morali delle persone, ormai riconosciu­ti a livello planetario in numerosi documenti politici e costituzio­nali, a fornire la base di quei principi etici che dovrebbero orientare l’economia. La scelta è sempre a favore di un’economia di mercato, basata sulla proprietà privata, sulla libera iniziativa, sulla concorrenz­a, sulla meritocraz­ia, perché si tratta dell’unica forma di organizzaz­ione economica in grado di produrre innovazion­e e ricchezza, migliorand­o la vita delle persone.

Ma l’economia di mercato deve riconoscer­e e rispettare la dignità e i diritti morali delle persone. E in questa prospettiv­a, risulta centrale la responsabi­lità della politica e delle istituzion­i nell’assicurare un rapporto armonico tra etica ed economia. Sembra così emergere il manifesto di un nuovo liberalism­o che potrebbe offrire molti spunti interessat­i a quei politici che volessero affrontare sul serio le sfide che vengono dalla Grande trasformaz­ione in cui siamo immersi.

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Più etica nel mercato? di Paolo Del Debbio (Marsilio, 279 pagine; 16 euro).

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