Austria: il partito di estrema destra Fpö medita la rivincita
La vittoria alle presidenziali austriache del candidato di sinistra Alexander Van der Bellen è stata accolta come l’argine europeista al dilagare del populismo. Ma se fosse solo una vittoria di Pirro? Van der Bellen ha staccato l’avversario, Norbert Hofer con il 51,68 per cento, senza i voti dall’estero. Ma il Partito della libertà (Fpö) potrebbe diventare primo partito alle elezioni politiche del 2018, secondo i sondaggi. Non a caso Hofer ( foto) ha già annunciato che si ripresenterà alle presidenziali del 2022. L’Fpö punta alla rivincita con le politiche del 2018. O ancor prima se il voto sarà anticipato grazie a un governo rissoso di «Große Koalition» fra popolari e socialdemocratici, i partiti storici in declino, sconfitti perché non sono riusciti a portare i loro candidati al ballottaggio. Una grana per Van der Bellen, che rimarrà sulla graticola sui temi caldi come immigrazione, disoccupazione e rapporti con l’Ue.
fa parte della nuova generazione che vuole modernizzare il Paese. «Il divieto di guidare è fondamentalmente una violazione dei diritti della donna» ha detto. In una lettera di quattro pagine pubblicata sul suo sito ha sottolineato anche i vantaggi economici della proposta: i conducenti stranieri sono in genere pagati 1.000 dollari al mese. Un costo che inizia a pesare sui bilanci familiari del ceto medio in un Paese che cerca di sganciare l’economia dalla dipendenza dal petrolio.
le sue simpatie per il leader russo e minacciando il disimpegno da un patto transatlantico definito «obsoleto», tali certezze sono crollate. Mentre Putin cerca di riaffermare la sua influenza e corre ad armare i confini, Lituania, Estonia e Lettonia rivivono vecchi incubi. E se non fosse un’aggressione militare, si teme che questa volta l’orso russo possa ricorrere al soft power. Per testare la sua forza e soprattutto l’instabilità della Nato e di alcuni tra i suoi membri più deboli.