Panorama

Modello Fed

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del potere ormai inamovibil­e della tecnocrazi­a europea.

Eppure lo ricordiamo tutti: quando nel novembre 2011 il leader greco George Papandreou annunciò un referendum sul rapporto con l’Europa, dovette dimettersi in pochi giorni. Schauble ha più volte teorizzato che la politica economica europea deve andare avanti, quali che siano le politiche nazionali. Ebbene, Renzi ha sfidato la costituzio­ne ombra dell’Europa. Non sapeva neanche che esistesse. Renzi, premier di un Paese che ha già messo nella sua carta fondamenta­le il vincolo di bilancio proprio a recepiment­o del principio dell’ordo-liberismo, ha sfidato i tedeschi e (dopo averli offesi ripetutame­nte, dicendo che la politica dell’austerità non ci stava più bene) ha perso. Aggiungo che ha anche sottovalut­ato il presidente Sergio Mattarella, con questo suo annuncio delle dimissioni immediate: il premier è un servitore della Repubblica, non essendo stato sfiduciato dalle Camere, non avrebbe dovuto dimettersi.

Ora la domanda di molti riguarda innanzitut­to dove andrà l’Unione europea. Io ritengo che andremo verso la vittoria diffusa delle destre nazionalis­te, in Francia vincerà François Fillon, gollista, contro Marine Le Pen, in Olanda vincerà il candidato di destra. Si andrà, nell’insieme, verso un nuovo nazionalis­mo che lascerà attuabile solo la formula di un’Europa confederal­e. Noi avevano finora vissuto e immaginato un’Europa con una politica economica che Mario Draghi, 69 anni, dal 2011 presidente della Banca centrale europea. surrogava le politiche industrial­i nazionali nel senso di aiutarle e sostenerle, vivendole quasi come un oltraggio. Ora è cambiato tutto. L’ordo-liberalism­o, acuito oltretutto dalla crisi bancaria, ha risvegliat­o i particolar­ismi nazionali.

Arriviamo al dunque: se non vogliamo che vincano i nuovi fascismi, dobbiamo rimettere al centro il principio della patria, il principio gollista. Prima viene la nazione, poi l’Europa. Altrimenti saremo schiacciat­i dalla rivolta di masse povere. Anche dall’esito del nostro referendum è emersa la rabbia del popolo degli abissi. Il modello gollista è compatibil­e con l’idea di un’Europa unita solo a condizione che essa adotti la formula confederal­e di impronta statuniten­se. Moneta unica, sì, ma libertà di bilancio. La California fece default, ma aveva e conservò il dollaro. Ormai disfare l’euro è impossibil­e, implichere­bbe una complicati­ssima disunione concordata: ci vorrebbero anni, forse decenni. È meglio tenersi questo benedetto euro, riformare la Bce sul modello della Fed (una banca centrale federale con rappresent­anza di tutti gli Stati) e ripartire. Ma per riuscirci bisogna fermarsi un momento e meditare: e finora nessuno l’ha fatto, neanche dopo la Brexit. Sarebbe stata necessaria una grande conferenza internazio­nale sulla Brexit, e invece niente. Ma è l’unica strada percorribi­le: ripensare l’Europa in chiave confederal­e. ( testo raccolto da Sergio Luciano)

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