GRASSE PROMESSE & MAGRI RISULTATI
Nella sua lunga campagna per il Sì al referendum, Matteo Renzi ha annunciato un grande «Piano di sviluppo per il Sud», corrispondente a 16 Patti con altrettanti Comuni. Ecco le principali cifre promesse alle città e i risultati ottenuti dal No in quegli stessi Comuni. La diffidenza dei
possono valere anche centomila voti. Questi centomila hanno scelto chi ha garantito loro la prebenda pubblica. Quando infatti nel 2015 si è posto il problema della mancata copertura degli stipendi, Renzi ha risolto la questione dirottando sul bilancio della Regione 750 milioni di euro del Cipe destinati alle infrastrutture; di questi, 87,9 milioni, complice il governatore Rosario Crocetta, hanno finanziato lo «stipendificio».
Renzi e Crocetta hanno sottovalutato una doppia rabbia: quella degli aspiranti parassiti che ancora e sempre chiedono un posto nei forestali (o alla Regione o nei Comuni, fa lo stesso) e la rabbia opposta di chi, invece, vorrebbe licenziare i dipendenti pubblici di ogni tipo. Certo è che tra il 2006 e il 2015 soltanto i forestali siciliani sono costati alla comunità circa tre miliardi di euro. I costruttori dell’Ance di Santo Cutrone calcolano che tale «scippo alle opere pubbliche ha cancellato per sempre la possibilità di creare 15 mila posti di lavoro veri». Non solo. Riversando quei soldi sul microcredito si sarebbero potute stimolare migliaia di imprese potenziali, aperte da persone anelanti una vita normale, occidentale e non terzomondista. E che chiedono perciò di eliminare gli sprechi (al Sud sono stratosferici) per investire in civiltà, cioè su scuola, sanità, sicurezza, non in mance elettorali varie ed eventuali. Chiedono, insomma, di procedere con la più grande riforma di cui ha bisogno il Sud: quella della contemporaneità. Altro che Senato non elettivo.