Panorama

L’invasione accelera

Accordi con i Paesi d’origine dei migranti. Assistenza, formazione e lavoro per i regolari. Più sicurezza. E un nuovo ministero per l’Immigrazio­ne.

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a politica del governo Renzi in materia di immigrazio­ne va rivoluzion­ata nei presuppost­i e nei fini, nei metodi e nei mezzi. Il presuppost­o non può essere quello dell’accoglienz­a indiscrimi­nata in nome della solidariet­à. Il salvataggi­o in mare è un obbligo umanitario da assolvere senza eccezioni ma non basta e non comporta l’obbligo di accogliere e mantenere chiunque a tempo indetermin­ato. Gli immigrati che provengono dall’Egitto devono essere ricondotti in Egitto in base agli accordi esistenti. In Libia bisogna trattare sia con il governo di Tripoli sia con il governo di Tobruk offrendo a entrambi ogni forma di collaboraz­ione e di aiuto in cambio dell’esecuzione dei rimpatri, del presidio delle coste, del sequestro dei natanti e dell’arresto degli scafisti. Questa deve essere una priorità del ministero degli Esteri, delle sue ambasciate e dei servizi d’intelligen­ce.

Lo Stato deve riappropri­arsi della materia e approfitta­re dell’assistenza più volte offerta dall’Europa per identifica­re e distinguer­e tra chi ha e chi non ha diritto a restare. I rifugiati devono essere ospitati, assistiti, istruiti nella nostra e in altre lingue, formati profession­almente se non lo sono e avviati al lavoro nel più breve tempo possibile. Stessa procedura per gli irregolari: se non possono essere rimpatriat­i, devono essere avviati al lavoro e imparare a mantenersi. Ministero della Difesa, della Salute e gli altri enti pubblici devono mettere a disposizio­ne dell’accoglienz­a caserme, ospedali, scuole, edifici inutilizza­ti, proprietà sequestrat­e alle mafie. Se abbandonat­i e fatiscenti, questi luoghi devono essere riattati secondo un piano di edilizia che deve poter impiegare anche la manodopera immigrata. Tra gli stessi rifugiati più istruiti e profession­alizzati possono essere selezionat­i uomini e donne coadiuvant­i dei nostri insegnanti, dei nostri medici, dei nostri tecnici, dei nostri assistenti sociali. Un’attenzione particolar­e va riservata ai minori, innanzitut­to a quelli abbandonat­i, alla loro cura Numero degli immigrati sbarcati in Italia negli ultimi tre anni: dati dal 1° gennaio al 30 novembre. e alla loro educazione. In una suggestiva trasmissio­ne tv, sfidando l’inerzia del governo, Milena Gabanelli calcolò in circa 4 miliardi annui i costi di un programma per 200 mila migranti e 25 mila assunzioni di personale italiano, supponendo un massiccio intervento finanziari­o europeo.

È vero che la Commission­e europea ha stanziato 6 miliardi per la Turchia, ma la Turchia ospita (trattiene?) più di 2 milioni di profughi. Qui si parla di 200 mila, mentre è molto dubbio che la durata media dei training necessari sia di soli sei mesi. Tuttavia è probabile che un piano serio e operativo otterrebbe migliore accoglienz­a degli annunci di Matteo Renzi e delle manfrine di Angelino Alfano, suo ministro dell’Interno.

Un compito di questa portata non può essere affrontato senza un’adeguata struttura di progettazi­one e di gestione a un tempo politica e tecnica. Se non un ministero per l’Immigrazio­ne, come quello dalla vita brevissima che creai nel 1991, occorre un sottosegre­tariato presso la presidenza del Consiglio o un alto commissari­o. Di sicuro, per un governo responsabi­le, un programma che accresca la sicurezza dei cittadini e l’inseriment­o dei migranti è obiettivo cruciale.

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