PER RECAPITARE LA MERCE SPESSO SI UTILIZZA MANODOPERA SOTTOPAGATA
installatori; noi provvediamo a costruire un filtro di qualità».
Ombra del boom della «on demand economy» è l’aumento di una manodopera sottopagata, con poche garanzie sul futuro e tanto stress nel presente. Far arrivare di tutto il prima possibile, significa una cosa sola: correre. Infatti, nelle scorse settimane, i corrieri del servizio di cibo a domicilio Foodora hanno frenato e scioperato per il passaggio dal pagamento orario a quello, più impegnativo, a consegna. «In un business in cui l’80 per cento del lavoro è concentrato in due ore, la cena, il nuovo regime rappresenta un incentivo. A conti fatti, può essere migliorativo per il fattorino» risponde a Panorama Gianluca Cocco, uno dei due manager dell’azienda. «In un Paese che non sta uscendo dalla crisi, abbiamo creato 700 opportunità di occupazione, tutte con un regolare contratto» rimarca Matteo Lentini, l’altro manager.
È lo specchio di questi tempi: l’ultimo rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese evidenzia come nei primi sei mesi del 2016 siano stati emessi ben 70 milioni di voucher, i buoni che retribuiscono le prestazioni svolte in modo saltuario. «Alimentando» si legge nell’indagine «l’area delle professioni non qualificate del mercato dei “lavoretti”, imprigionando uno strato crescente dell’occupazione (soprattutto giovanile)». Come imprigionati, ma per loro stessa volontà, sono i 100 mila ragazzi italiani che secondo alcune stime vivono chiusi in una stanza davanti al computer, senza uscire quasi mai.
La «on demand economy», la disponibilità accessibile e perpetua di qualsiasi bene e servizio a domicilio, facilita anche tali derive. Foraggia, in generale, gli eccessi d’accidia. Peccato che un fattorino non potrà mai consegnare l’atmosfera di un ristorante, le tentazioni irresistibili davanti al bancone di un supermercato, l’imbarazzo della scelta in libreria.
(Twitter: @MarMorello)