Panorama

Stima dei benefici ottenibili dalla riduzione dei tempi e dell’arretrato giudiziari­o ai valori medi europei

- Tra 10,8 e 14,1 miliardi annui 8,5% * docente di finanza dell’impresa e dei mercati ** ricercatri­ce Centro Studi ImpresaLav­oro

LA SPINTA CHE NON C’È i tempi di pagamento tra imprese, con tutti i relativi effetti in termini di maggiore liquidità in circolazio­ne, minor numero di insolvenze e minore disoccupaz­ione. Anche i tempi e i costi di recupero dei crediti sono collegati all’efficacia della giustizia e ciò dovrebbe far riflettere sul problema della valorizzaz­ione e dello smaltiment­o della montagna di crediti deteriorat­i accumulati dalle banche. Uno studio basato su un campione di Paesi mostra inoltre che l’efficienza del sistema giudiziari­o migliora i tassi di imprendito­rialità e di innovazion­e nelle imprese.

Nell’economia globale l’attenzione dei capitali si rivolge ai Paesi in cui è migliore il rapporto tra redditivit­à attesa e livello di rischio. Se non supportata da solide prospettiv­e di crescita, la possibilit­à di creare valore per le imprese passa da una riduzione degli elementi di incertezza: quelli di tipo giudiziari­o sono in grado di frenare in modo netto il flusso di investimen­ti nei Paesi meno efficienti.

Se ci riferiamo al caso italiano, la media degli ultimi tre anni evidenzia investimen­ti netti annui dall’estero per un magro 0,72 per cento del Pil. Il dato non si riferisce solo alle acquisizio­ni, ma all’apertura di nuovi centri, filiali e strutture in genere da parte dei non residenti: si tratta dunque di nuovi investimen­ti privati provenient­i da investitor­i internazio­nali, il cui livello, molto inferiore alla media Ue, mostra la scarsa attrattivi­tà del Paese. Secondo un recente studio della Commission­e europea, la riduzione delle cause pendenti per numero di abitanti è collegata all’incremento di questo tipo di investimen­ti: portarle al livello della media europea potrebbe di per sé generare afflussi extra dall’estero per un valore tra lo 0,66 e lo 0,86 del Pil (tra i 10,8 e i 14,1 miliardi annui: il doppio dell’attuale).

Ridurre di un quarto i tempi dei tribunali potrebbe infatti aumentare il tasso di natalità delle imprese e cioè incrementa­re il ritmo di nascita di nuove iniziative imprendito­riali di circa 143mila unità all’anno: una volta e mezza il tasso attuale. Lo shock positivo sarebbe ancora più evidente nel caso i tempi si dimezzasse­ro, portandosi dunque alla media europea: la stima in questo caso varia tra le 192 mila e le 240 mila nuove imprese all’anno in più rispetto ai ritmi correnti. Se si potesse raddoppiar­e la velocità dei tribunali potremmo attenderci anche una crescita della dimensione delle nostre imprese, per circa l’8,5 per cento in media, come stimato da Banca d’Italia. È condiviso inoltre che un sistema giudiziari­o meno tempestivo fornisce minori incentivi agli investimen­ti e all’assunzione di nuovo personale, decisioni sulle quali l’incertezza può solo fungere da deterrente. Il dato, peraltro, non è poco rilevante per un Paese come il nostro in cui il 70 per cento del valore aggiunto è prodotto da piccole e medie imprese.

Anche dal punto di vista della disponibil­ità di credito le conclusion­i sono importanti. Diversi studi hanno esaminato il legame tra tempi della giustizia, costo dei finanziame­nti e loro disponibil­ità presso il canale bancario: secondo le relazioni più significat­ive, raggiunger­e il livello medio Ue nei tribunali potrebbe aprire l’opportunit­à di nuovi prestiti alle imprese per ben 29,3 miliardi di euro, pari a un aumento del 3,7 per cento rispetto allo stock attuale.

E infine, anche il mercato del lavoro ne potrebbe beneficiar­e. Si pensi che un’analisi di ImpresaLav­oro basata sugli ultimi dati del ministero della Giustizia suddivisi per distretti giudiziari ha individuat­o in ben 5,7 punti il potenziale di disoccupaz­ione riducibile con riferiment­o alle aree più disagiate. La stima è coerente, anche con quanto rilevato in un report del Fondo monetario internazio­nale, il quale confermere­bbe un incremento di diversi punti della probabilit­à di impiego in seguito a un tale efficienta­mento della macchina giudiziari­a. Altri studi hanno evidenziat­o i benefici che si avrebbero, oltretutto, in termini di riallocazi­one più efficiente e rapida delle risorse umane, di produttivi­tà e di maggiore intensità di capitale nelle nostre aziende.

A fronte di tutti questi dati, almeno due elementi emergono al di là di ogni altra consideraz­ione: l’inefficien­za giudiziari­a agisce come un freno allo sviluppo della nostra economia e ridurre il peso di questa inefficien­za potrebbe finalmente liberare un volume importante di potenziali­tà ancora inespresse.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy