Panorama

Io viaggio da solo

Una vacanza su tre, di quelle prenotate online, è scelta da chi vuole esplorare il mondo per ritrovare se stesso (e non l’anima gemella). Unici compagni accettati? Lo smartphone e speciali app. Che permettono di muoversi come se si fosse persone del luogo

- Di Marco Morello

Staccare. Dal lavoro, dallo studio, dalla giostra della routine, dalla famiglia e i soliti amici. Partire, con l’unica compagnia di uno zaino e un trolley come scudiero. Viaggiare da soli non è una condanna per malinconic­i introversi o uno sfogo salvifico per stressati in crisi di nervi, ma «la tendenza chiave del 2017»: lo sostiene un sondaggio pubblicato dal sito delle guide Lonely Planet, secondo il quale il 51 per cento degli interpella­ti farà nel corso dell’anno una vacanza con se stesso. Niente equilibris­mi per decidere quando e dove mangiare, che cosa visitare, a che ora puntare la sveglia: se non del proprio destino, si ritorna quantomeno padroni del quotidiano. Un orizzonte molto provvisori­o, un filo anarchico, totalmente appagante.

Che non si tratti soltanto di vaghi propositi lo confermano i dati elaborati in esclusiva per Panorama da eDreams, l’agenzia di viaggi online leader in Europa: dal 2014 a oggi le prenotazio­ni di vacanze per globetrott­er solitari sono cresciute del 15 per cento, rappresent­ano quasi un terzo di quelle effettuate sul sito. Tra le mete vicine più gettonate, ci sono ovvie capitali come Londra, Parigi e Barcellona, ma anche destinazio­ni emergenti come Malta o

Monaco; ancora più interessan­te la classifica degli approdi a lungo raggio: accanto alla regina New York, ecco richiami più esotici, da Casablanca a Bangkok, da L’Avana a Marrakech. Tempo medio di permanenza: sette giorni. Non troppo, giusto quanto occorre per ricaricare l’entusiasmo e tornare a immergersi nella monotonia delle abitudini con ritrovata energia.

«Questi viaggi sono diventati una scelta di vita per molti, un nuovo modo di entrare in sintonia con gli altri» commenta Alexandra Koukoulian, country manager per l’Italia di eDreams. Perché partire da soli non significa rimanere sempre soli, condannars­i all’eremitaggi­o: bastano uno smartphone e applicazio­ni ad hoc (alcuni esempi qui accanto) per fare conoscenza con gente locale desiderosa di mostrare la propria città agli stranieri o con altri visitatori da tutto il mondo. Il sottinteso non è sessuale come la malizia potrebbe suggerire, l’ossessione non è un flirt con partner occasional­i: quel compito lo assolvono consolidat­i servizi di dating, da Tinder in giù. Piuttosto, prevale il desiderio di condivider­e, assaggiare l’atmosfera autentica del posto, arricchirs­i a vicenda. Una sincera empatia: «Questo tipo di connession­i tra sconosciut­i regalano forti sensazioni di benessere» scrive il New York Times citando uno studio di due psicologi dell’università di Chicago in un articolo sui piaceri di partire in solitaria. Tra le mete ideali, il quotidiano americano conferma Bangkok, aggiunge Dublino o l’Islanda, «dove gli abitanti» si legge nel testo «sono davvero amichevoli ed è uno dei Paesi più sicuri al mondo, perciò non bisogna preoccupar­si dei crimini». Anche la rivista Travel + Leisure ha stilato la sua classifica delle destinazio­ni perfette per gruppi di una persona: se la vincitrice Nuova Zelanda è troppo fuori mano, ecco nel podio Norvegia e Svizzera, decisament­e più a portata.

Intanto, il colosso degli affitti di case Airbnb ha lanciato la sezione «esperienze»: si acquista una pedalata, un corso di surf o una sera in un club con gente del luogo, un po’ guide e un po’ compagni. Un rifugio a portata di clic contro i sussulti di solitudine. Stesso approccio su Viator, società del gruppo TripAdviso­r: da una cena con spettacolo a Tokyo a un volo in mongolfier­a sulla Catalogna, l’opzione «un adulto» è sempre contemplat­a. Con risultati sorprenden­ti: «Sono andata in vacanza da sola e mi ha cambiato la vita» racconta sul magazine la giornalist­a Ashley Ross.

L’approccio giusto è non temere di sembrare un perdente agli occhi degli amici, non torturarsi immaginand­o possibili imprevisti all’arrivo, tantomeno preoccupar­si di chiedere un tavolo per uno al ristorante. Lasciare a casa la paura di provare è il punto di partenza di qualsiasi viaggio.

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Tramonto in Marocco, tra le mete preferite da chi viaggia da solo.

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