SENZA IMU, TASI E TARI UN BUCO DA 100 MILIONI DI EURO
Sindaci in allarme per la sospensione delle imposte comunali. A rischio la raccolta rifiuti.
Servizio di raccolta rifiuti a rischio nei Comuni del cratere del terremoto. I sindaci non hanno i soldi per pagare le aziende che fanno la raccolta. I decreti sul sisma, infatti, hanno sospeso il pagamento dei tributi locali Imu, Tasi e Tari fino al 30 novembre prossimo per tutti i residenti e l’esenzione per gli immobili inagibili. Questo vuol dire un «buco» di circa 100 milioni di euro. Il Tesoro ha stimato in via provvisoria che la sospensione delle imposte Imu e Tasi farà mancare alle casse comunali, tra il 2016 e il 2017, circa 60 milioni mentre il mancato pagamento della Tari pesa per altri 35 milioni. Dato che gran parte delle abitazioni della zona colpita dal sisma sono seconde case, l’Imu e la Tasi rappresentano una fonte d’entrata importante. «I sindaci stanno subendo un doppio ammanco, per gli immobili distrutti e per la sospensione dei tributi nell’area del sisma» afferma Andrea Ferri, responsabile finanza locale dell’Anci. La questione della tassa per il servizio di raccolta dei rifiuti, la Tari, è ancora più grave. Mentre per Imu e Tasi, prima o poi, arriverà la compensazione da parte dello Stato (con una formula ancora da definire), la Tari resta fuori da questo meccanismo. Al momento il governo ha ignorato il problema. E dato che il contratto per il servizio stipulato dai Comuni non prevede variazioni in caso di terremoto, se le aziende non verranno pagate c’è il rischio di un blocco della raccolta dei rifiuti. Il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi ha calcolato che l’assenza della Tari crea un buco nelle casse comunali di 825 mila euro all’anno, mentre ad Amatrice la sospensione delle tre imposte immobiliari costerà 1,8 milioni di euro. ( L.D.P.)