Panorama

CHE COSA HANNO SCRITTO

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«Generazion­e sedile posteriore» così il settimanal­e Der Spiegel titola un lungo pezzo che raccoglie opinioni di sociologi, presidi di scuole, genitori e amministra­tori locali sulla disomogene­ità delle soluzioni adottate finora. «Ad Aachen, Aquisgrana e Karlsruhe alcune scuole hanno creato zone “Kiss & Go” dove i genitori in auto possono lasciar scendere i bambini (...), che l’Adac consiglia di creare in un raggio di 250 metri dall’ingresso dell’edificio. A Francofort­e invece si creano parcheggi appositi davanti alla scuola». La trasmissio­ne Heute della tv ZDF ha scoperto a Dortmund che le paure dei genitori non sono solo legate al rischio dei bambini non accompagna­ti, ma anche a episodi di bullismo.

Quasi tutti i quotidiani nazionali britannici condannano la mossa di Nicola Sturgeon. Il Times definisce la richiesta di un secondo referendum «un’imboscata», che alla fine potrebbe mettere in moto un processo sanguinoso in cui nessuno dei due antagonist­i si rivelerà vincente. Ancor più enfatico il conservato­re Daily Telegraph, che definisce i piani di Theresa May «la nuova Battle for Britain». Contrari pure i tabloid, con in testa il Daily Mail che titola in prima «Giù le mani dalla Brexit». The Scotsman intanto rivela che nessuno si aspettava un simile colpo di scena. The Heralds spiega che la decisione potrebbe mascherare altre ragioni: Sturgeon sarebbe troppo poco nazionalis­ta e l’annuncio rafforzere­bbe la sua immagine politica.

Dai campi dove le forze statuniten­si addestrano le truppe del Fronte Democratic­o Siriano, il magazine Foreign Policy racconta che i curdi hanno più paura della Turchia che dello Stato islamico. «Le forze Usa sono consapevol­i della superiorit­à tecnica dei 27 mila combattent­i curdi e sanno che saranno decisivi per il successo della battaglia». Un editoriale apparso nel portale di informazio­ne di Trt, la television­e di stato turca fedele al governo di Erdogan, definisce «fuorviante» la politica di stato americana. Mette anche in dubbio che i curdi coinvolti nella battaglia lasceranno autonomia politica agli abitanti di Raqqa una volta liberata dall’Isis: «Washington ha una politica binaria e punta solo a combattere lo Stato Islamico».

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